Si è parlato di diplomazia culturale e dell’importanza che riveste per il rientro dei beni in esilio venerdì 25 gennaio, nella Sala Ipogea della Mediateca Montanari, durante l’incontro che ha visto la partecipazione di Stefano Alessandrini, collaboratore del MiBACT per l’elaborazione di documentazioni e relazioni tecniche su beni archeologici ed artistici trafugati, che ha presentato il suo libro “La Diplomazia Culturale italiana per il ritorno dei beni in esilio” edito da Edizioni Efesto nel 2018, e di Daniele Diotallevi già Funzionario Storico dell’Arte del MIBAC e docente di Legislazione dei Beni Culturali. Un incontro molto interessante e vivace introdotto da Valeria Patrignani responsabile dei Servizi Bibliotecari del Comune di Fano la quale ha ribadito l’importanza di questo appuntamento culturale per la nostra città.
Libro. Un libro – manuale, quello di Alessandrini, leggibile da tutti anche dai non addetti ai lavori, un volume diviso in tre parti a cominciare dalle origini della diplomazia culturale in Italia fino ad arrivare ad uno sguardo al futuro e alle questioni aperte. Alessandrini, con grande precisione e dovizia di particolari, ha mostrato ai presenti, grazie a delle slide fotografiche, alcuni dei beni di grandissimo valore trafugati non da ultimo la vicenda del Lisippo che rientra a pieno titolo tra le razzie di Beni Culturali che ormai hanno fatto storia.
Diplomazia culturale. Alessandrini ha spiegato agli intervenuti l’importanza della “diplomazia culturale” di cui si avvale lo Stato per il recupero dei suoi beni trafugati sparsi per il mondo e delle numerose trattative in merito. Il patrimonio artistico e archeologico italiano è stato per secoli martoriato dai saccheggi conseguenti alle invasioni di eserciti stranieri e al collezionismo di opere d’arte, che ha avuto una storia piena di intrighi e di sviluppi criminali. L’Italia ha subito queste terribili perdite per molti anni, prima di arrivare a definire le linee operative per una reazione efficace volta al recupero dei beni in esilio.
Trattative. Con un decisivo impulso, proveniente dai clamorosi risultati delle indagini sul traffico internazionale dei reperti provenienti da scavi clandestini, che hanno causato la distruzione di innumerevoli siti archeologici, lo Stato ha finalmente avviato, nell’ultimo ventennio, una decisa azione di diplomazia culturale per l’avvio di trattative internazionali relative ai beni culturali trafugati. L’Avvocatura dello Stato, in rappresentanza del MIBACT, ha condotto le operazioni, in coordinamento con la Magistratura e le forze dell’ordine.
Beni trafugati. Straordinari capolavori dell’antichità sono rientrati nel nostro Paese, contribuendo a ridestare l’interesse del pubblico per la tutela del nostro patrimonio artistico e per la lotta al traffico illecito dei beni archeologici italiani. Alessandrini ha, infatti, mostrato ai presenti alcune fotografie di straordinarie opere recuperate quali ad esempio il vaso di Eufronia rubato da Cerveteri e recuperato dopo 43 anni di assenza e grazie a un intenso lavoro di squadra o il tesoro di Morgantina solo per citarne alcuni.
Futuro. Il futuro – si legge nel libro – riserva ancora incognite e ostacoli difficili da superare. Istituzioni museali straniere, grandi collezionisti e noti commercianti cercano di opporsi alle legittime richieste italiane. Ma la strada della diplomazia culturale italiana è ormai tracciata: la lotta per il recupero delle opere d’arte ha mostrato al mondo l’enorme importanza rappresentata dal patrimonio culturale per la tutela della nostra identità nazionale.