Sono trascorsi dieci anni da quando S.E. mons. Piero Coccia decise di accogliere, lasciandosi guidare dalla preghiera e dal discernimento, la proposta di “piantare” in diocesi la “Tenda del Magnificat”, un’esperienza di fede fino a quel momento a lui sconosciuta, presentatagli da padre Giancarlo Corsini, residente a San Benedetto.Una realtà nata a Milano nel 1957 da Costanza Badoni, consistente in piccole comunità di laiche consacrate, che vivono insieme mantenendosi con il proprio lavoro, intessendo rapporti fraterni con chi le circonda e annunciando il Vangelo attraverso gruppi di condivisione della Parola. Emblematica in questo senso l’immagine della Tenda: una dimora senza pareti, capace di far trapelare la sua luce al mondo esterno, nel quale è immersa e di diffondere la gioia di Maria quando corse dalla cugina Elisabetta.
Da quel piccolo seme trapiantato a Pesaro, rappresentato da Maria Teresa, Loretta e Bruna, si è sviluppata negli anni una bella realtà diocesana, punto di riferimento stabile per molti adulti e giovani: quattro gruppi-famiglia, che si riuniscono una volta al mese nelle case e quattro gruppi del Vangelo che si incontrano settimanalmente. In tanti perciò si sono ritrovati, domenica 2 dicembre, a Villa Borromeo, insieme alla responsabile generale Raffaella, per ringraziare il Signore di questo seme benedetto, diventato prezioso agli occhi di Dio ed efficace segno tra gli uomini. Anche l’Arcivescovo, nel celebrare la Santa Messa, ha sottolineato l’importanza per la diocesi della presenza della Tenda del Magnificat, che garantisce “un’interpretazione della Parola aliena da ogni forma di soggettivismo e fedele alla tradizione più autentica della Chiesa”.