“In questa settimana vogliamo fare memoria della storia di questa parrocchia fondata nel 1968. Ai ragazzi abbiamo presentato questa ricorrenza come un compleanno, una festa di famiglia, di una realtà di cui facciamo parte e che ci appartiene. Cinquant’anni di storia sono cinquant’anni di vicende, di volti, di persone, di storia di santità e a noi fa bene oggi farne memoria non per vivere un momento di archeologia o di storicismo, ma perché il Signore possa ravvivare in tutti noi la fede, la speranza, la carità per vivere la parrocchia oggi, rispondere oggi alla chiamata del Signore e perseguire oggi gli obiettivi della trasmissione della fede e del vivere la fede”.
Così don Federico Tocchini, parroco di Centinarola e Rosciano, ha esordito sabato 17 novembre in occasione dell’apertura della settimana di festeggiamenti per il 50esimo anniversario dell’istituzione della parrocchia Sacro Cuore di Gesù in Centinarola. E proprio sabato 17 novembre è stato il Vescovo Armando a presiedere la celebrazione eucaristica.
Croce. “Per valutare le cose in profondità senza lasciarsi ingannare dalle apparenze – ha sottolineato il Vescovo riflettendo sul Vangelo della domenica – è necessario che l’uomo di fede, il discepolo esca dai tempi brevi e spinga lo sguardo lontano. E’ per questo che l’ultimo discorso di Gesù non parla direttamente della croce, che pure continua ad essere in qualche modo presente, ma del ritorno del Figlio dell’Uomo in potenza e gloria. Non si può negare – ha proseguito il Vescovo – la comunità cristiana verrà a trovarsi in situazioni difficili. In simili situazioni il discepolo può trovarsi frastornato, deluso, toccato dal dubbio che la Croce di Cristo sia un fatto sprecato e impotente: il mondo sembra infatti continuare come prima, con tutto il suo carico di odio e di errori. Quali sono le raccomandazioni di Gesù? Non allarmatevi, non preoccupatevi, pregate, state attenti. Atteggiamenti facili a dirsi, ma difficili a praticarsi, impossibili se non si è sostenuti da una grande fede. E Gesù aggiunge “Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno”. Ritengo che sia l’ultima consegna di Gesù, il punto fermo, che giustifica ed esige nel discepolo serenità, fedeltà, certezza che il Figlio dell’uomo ritornerà e che l’avvenire – a dispetto di tutte le esperienze contrarie – è saldamente nelle mani di colui che fu crocifisso. Un Vangelo sulla crisi e insieme sulla speranza, che non intende incutere paura che vuole profetizzare non la fine, ma il fine, il significato del mondo. Se ogni giorno c’è un mondo che muore, ogni giorno c’è anche un mondo che nasce”.
Parrocchia. Dopo la riflessione sul Vangelo, il Vescovo si è soffermato sui 50 anni della parrocchia di Centinarola ricordando che bisogna vivere di presenza con i piedi radicati. “In cinquant’anni è cambiato il mondo. Occorre imparare a pregare, la preghiera dell’ascolto, della lectio, della contemplazione, del silenzio. Inoltre c’è bisogno di libertà nella parrocchia ovvero dare spazio, far crescere la comunità, pensare al futuro viaggiando nel presente. Dobbiamo essere – ha concluso il Vescovo – credenti, credibili, contenti”.