«Andare pellegrini ai santuari è una delle espressioni più eloquenti della fede del popolo di Dio, e manifesta la pietà di generazioni di persone, che con semplicità hanno creduto e si sono affidate all’intercessione della Vergine Maria e dei Santi» (Papa Francesco, 21 gennaio 2016). Le parole del papa esprimono bene il sentimento che ha animato i numerosi partecipanti al pellegrinaggio eucaristico a Bolsena e Orvieto, partiti da Urbino la mattina di domenica 23 settembre.
L’iniziativa. Organizzata dalla Confraternita del Corpus Domini di Urbino, è stata un gesto con il quale il sodalizio ha inteso esprimere la sua principale finalità: favorire il culto dell’Eucaristia. A Bolsena, ridente cittadina sulle rive del lago omonimo, lungo la via Cassia, è avvenuto un evento prodigioso: il sacerdote boemo, Pietro da Praga, che nutriva dubbi sulla reale presenza di Cristo nell’eucarestia, nell’estate del 1263, durante la celebrazione della messa, al momento della consacrazione, assistette al miracolo: l’ostia cominciò a sanguinare sul corporale. Il sacerdote accorse, per riferire l’accaduto, da papa Urbano IV che, accertata la veridicità del fatto e recuperate le reliquie, dichiarò la soprannaturalità dell’evento e l’11 luglio 1264 indisse la festività del Corpus Domini. I pellegrini, giunti a Bolsena ed entrati nella Collegiata di Santa Cristina dove è avvenuto il miracolo, hanno seguito la spiegazione di una guida che ha descritto la straordinarietà dei due eventi che la chiesa custodisce: le pietre con le tracce del sanguinamento e le reliquie di Santa Cristina.
Cristina. Figlia di un ufficiale dell’imperatore Diocleziano, che il padre fece rinchiudere in una torre per indurla ad abiurare la fede cristiana che aveva abbracciato fu, all’età di tredici anni, per volere dell’imperatore, sottoposta a indicibili torture, tra cui quella della ruota, finché infine trovò la morte. Nella grotta situata sotto la basilica di Bolsena è presente il sarcofago con i resti della santa che gli scavi archeologici, eseguiti fra il 1880 e il 1881, hanno riportato alla luce. Una città dunque, Bolsena, che conserva sia i resti di un corpo martoriato in nome di Cristo sia le tracce dello stesso corpo di Cristo. Dopo la messa i pellegrini hanno raggiunto Orvieto, splendida città sul ripiano di una rupe tufacea e qui hanno ammirato la straordinaria mole del Duomo, accompagnati da una guida del posto che ha descritto la facciata, soffermandosi, in particolare, sui bassorilievi dei quattro pilastri fra le porte che dal racconto della Creazione fino al Giudizio Universale esprimono la fede profonda del Medioevo. È seguita la visita alla Cappella del Corporale che custodisce il corporale miracoloso, non visibile però perché esposto solo a Pasqua e nella festività del Corpus Domini. Una veloce passeggiata in compagnia della guida ha concluso la visita della città, scelta dai Papi nell’alto Medioevo per il proprio soggiorno.