“Il culto di San Demetrio fra Salonicco e San Lorenzo in Campo. Aspetti teologici ed ecumenici” è il titolo del libro di Maria Letizia Di Francesco che sarà presentato sabato 27 ottobre nella Basilica di San Lorenzo in Campo. Per conoscere meglio il volume, abbiamo intervistato l’autrice.
Come è nata l’idea del libro?
Fin da piccola, ho sempre sentito parlare delle ossa del martire greco Demetrio custodite nella cripta della Basilica e di questa folla di fedeli greci e laurentini che facevano la processione per le vie del paese e dell’affetto di questi ortodossi grati per il fatto di avere di nuovo a Salonicco le ossa del loro martire più importante. Sicuramente la scelta di occuparmi di questa figura è nata dal fatto di voler diffondere la conoscenza, soprattutto tra i giovani, di ciò che è accaduto negli anni ’70 e nei primi anni ’80 nella comunità laurentina con la restituzione di queste reliquie.
Quali sono le fonti di documentazione principali che ha utilizzato nella stesura del volume?
Ho utilizzato, come testo fondamentale soprattutto per il terzo capitolo, il libro di don Araldo Angeloni, scritto insieme a Giorgi, che si basava proprio sulla figura di San Demetrio Megalomartireo. Gli altri due trattano del valore delle icone, delle reliquie, della icona di Sassoferrato nello specifico e del quadro dell’Agapiti. Per questo, in particolare, mi sono rivolta al comune e alla biblioteca di Sassoferrato e ho trovato ovunque porte aperte. Per quanto riguarda le reliquie e le icone mi sono basata su alcuni testi del professore Natalino Valentini. Per la ricostruzione della vicenda storica ho usato dei testi antichi.
In sintesi come è arrivato il culto di San Demetrio nella nostra Diocesi e più precisamente a San Lorenzo?
Per quanto riguarda le ossa di San Demetrio nella Basilica di San Lorenzo ci sono due opzioni relative a questa presenza: una è collegata al tempo delle crociate ovvero il corpo del Santo sarebbe stato traslato in Italia al tempo delle crociate. E’ una congettura che potrebbe risultare soddisfacente se pensiamo che la città greca si trovava su quella che era la via preferita dei crociati. Tuttavia, una diversa ipotesi racconta che dopo la presa della città di Tessalonica da parte dei Bizantini nel 1423, dal momento in cui i Bizantini cercano di riprendersi la città di Salonicco dal comando degli Ottomani cercano l’aiuto dei veneziani ma nel 1430 la città cade sotto le mani dei Turchi. Secondo le notizie che abbiamo, siccome nel 1495 la Basilica inizia ad essere usata come moschea, l’allontanamento delle reliquie sarebbe stato ritenuto opportuno sia dai cristiani che dai mussulmani. Proprio per questa circostanza le ossa potrebbero essere state portate in un primo momento a Venezia poi a San Lorenzo in Campo, ma il motivo di questa presenza a San Lorenzo resta ancora un mistero.
L’iniziativa è organizzata in collaborazione con la Diocesi di Fano Fossombrone Cagli Pergola, con la Regione Marche, con la Basilica e il Comune di San Lorenzo in Campo. Ai saluti del Vescovo Armando, del parroco don Luca Santini, del sindaco Davide Dellonti, di Federico Talè Consigliere regionale, di Padre Victor Ciloci del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, di Dimitris Beligiannis Console Onorario di Grecia per Ancona e la Regione Marche, seguiranno le relazioni di Guido Ugolini e di don Araldo Angeloni.
Terminerà l’incontro l’intervento dell’autrice. Sarà presente il coro Jubilate di San Lorenzo in Campo diretto da Olinto Petrucci.