Don Giovanni, come mai la scelta di un corso interdiocesano di formazione teologica?
A Fano dal dopo concilio esiste una scuola di teologia per laici che negli ultimi dieci anni ha preso la forma del CoTeB, così a Urbino e anche a Pesaro, dove esisteva l’Istituto di scienze religiose. Questa esperienza oggi è confluita a Pesaro nell’Istituto regionale; questa università però tiene lezione nel pomeriggio e questo rende difficile la partecipazione di chi lavora. Con l’orario serale e unendo le tre diocesi avremo sia un maggior numero di partecipanti sia una miglior qualità dell’insegnamento, risparmiando così anche notevoli forze.
Quali sono le finalità principali della scuola di formazione teologica?
Tanti anni fa, tornando da Roma in treno, ho assistito al colloquio tra un’anziana signora e un uomo che si definiva ateo. Questi domandava alla signora, che stava pregando, come mai fosse credente; la sua risposta fu lapidaria: “Ci credeva la mia povera nonna, ci credeva la mia povera mamma, ci credo anch’io”. La fede come fatto scontato o tradizionale è tramontata da tempo e il credente ha bisogno di vivere una personale esperienza di incontro con il Signore e ha anche bisogno di avere gli strumenti per capire, con gli occhi di Dio, la realtà. In passato anche questo era scontato, oggi non è più così. Occorre dare ai cristiani una competenza teologica perché imparino a guardare alla propria vita e a quella del mondo con lo sguardo di Dio e sappiano tradurre nel linguaggio degli uomini di oggi il messaggio evangelico. Come diceva papa Giovanni si tratta di rendere vivo il Vangelo. Per far questo occorre competenza e quindi approfondimento. Ovviamente sarà un percorso formativo estremamente utile a tutti i cristiani e un percorso assolutamente necessario per i candidati al diaconato e ai ministeri.
Come sono strutturati, nel dettaglio, i corsi e quali saranno le materie di studio?
In pratica si tratta di una sera alla settimana per due ore, da ottobre a maggio. Otto sere per corso. Il primo anno, il martedì, sarà propedeutico a quelli successivi che si terranno il giovedì con corsi ciclici. Le materie principali sono suddivise in quattro anni. Si parte dalle introduzioni alla liturgia, sacra scrittura e alla teologia fondamentale e cristologia per passare allo studio dell’antico e del nuovo testamento, dei sacramenti, in particolar modo l’eucarestia, l’anno liturgico e la liturgia delle ore, trinitaria ed ecclesiologia, l’antropologia e l’escatologia, morale generale e speciale ed anche la storia della Chiesa, un capitolo davvero importante. Ogni anno si terranno i corsi del primo anno, il martedì dalle 19 alle 21,15, e per chi ha già frequentato il primo i corsi si terranno il giovedì alla stessa ora; quest’anno si terranno i corsi di storia della Chiesa, morale speciale e antropologia-escatologia.
A chi è rivolto, in particolare, il corso di formazione teologica di base?
Come ho già detto questo corso è rivolto a tutti ma è essenziale per chi è chiamato dalla Chiesa al diaconato o anche ai ministeri istituiti, come il lettorato e l’accolitato, o di fatto, come i catechisti, gli animatori della carità e della liturgia ecc.
Quanto è importante, in questo caso in ambito ecclesiale, un’adeguata formazione?
Oggi si parla molto di sinodalità proprio perché lo Spirito Santo ci ha fatto riscoprire la Chiesa come popolo di Dio dove non c’è chi insegna e chi impara ma tutti sono chiamati a dare il proprio contributo alla vita della Chiesa. Certo, esistono ministeri diversi all’interno della Chiesa e responsabilità diverse, ma tutte sono doni dello Spirito per discernere le sue vie non come persone isolate ma come parte del corpo di Cristo che è la Chiesa. Se la Chiesa è concorde nella comprensione delle questioni che riguardano la fede e la vita cristiana, allora siamo certi che il Signore ci sta guidando. Per poter portare il proprio contributo alla comprensione della volontà di Dio è necessario innanzi tutto vivere e testimoniare la fede della Chiesa. Ma serve anche approfondire la conoscenza della fonte inesauribile della Parola di Dio, della liturgia e dell’esperienza viva, lungo la storia, della fede cristiana, del magistero ecc.. Se vogliamo che le nostre comunità possono effettivamente essere soggetti di un discernimento, frutto dell’ascolto dello Spirito, abbiamo bisogno di cristiani preparati, oltre che ovviamente testimoni credibili di vita evangelica.