Marcello Pucci in mostra a Urbania. L’artista urbinate si presenta maturo nell’espressione spirituale colta attraverso la materia ceramica. Volitivo, non si é fatto trascinare dalle mode, ma ha sfidato la faciloneria diffusa, ottenendo alti risultati che lo hanno portato a interloquire fuori dell’ambito locale e nazionale. L’artista da giovane era stato attratto dalla scuola durantina da cui aveva tratto la linfa per proseguire indipendentemente il suo percorso il pensiero muto, espresso dalle sue opere.
Reminiscenze. Anni cinquanta in collegio. Non hai studiato la poesia? Non hai lucidato le scarpe? Non hai portato i libri? Starai in silenzio. Era la punizione temuta da noi bambini negli anni del collegio. Mentre i tuoi compagni schiamazzavano a giocare a ‘barriera liberata’, a pallavolo, a calcio, tu potevi guardare in silenzio girando ai lati del cortile. La punizione del silenzio, per casi gravi, poteva essere elevata da un giorno intero, fino a tre. Metodi di antica genesi scolopica che obbligavano all’introspezione, e che piano piano andavano smussati. Questi ricordi mi assalgono quando assisto al vociare incontrollato dei bambini nelle classi. Ho trovato il cartello “Silentium” nel chiostro dei frati.