“La quantità, qualità e dignità del lavoro è la grande sfida dei prossimi anni per la nostra società nello scenario di un sistema economico che mette al centro consumi e profitto e finisce per schiacciare le esigenze del lavoro”. Lo scrivono i vescovi italiani nel Messaggio della Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace in vista del 1° maggio. “I due imperativi del benessere del consumatore e del massimo profitto dell’impresa hanno risolto il problema della scarsità dei beni e delle risorse necessarie per investimenti, innovazione e progresso tecnologico nella nostra società. Ma – rilevano i vescovi – hanno finito per mettere in secondo piano le esigenze della dignità del lavoratore indebolendo il suo potere contrattuale, soprattutto nel caso delle competenze meno qualificate”.“Questi meccanismi – si legge nel messaggio – sono alla radice di quella produzione di scartati, di emarginati così insistentemente sottolineata da Papa Francesco”.
“Oggi l’indebolimento della qualità e della dignità del lavoro porta al paradosso che avere lavoro non è più condizione sufficiente per l’uscita dalla condizione di povertà”. Secondo i vescovi, è “innanzitutto necessario innovare il nostro metodo di azione. Farsi prossimo agli ultimi, comprendere e condividere le loro urgenze non è solo un compito pastorale ma diventa un’esigenza fondamentale per l’intera società in tutte le sue componenti e un compito ineludibile per la classe politica”.