In occasione della Giornata Mondiale dell’Autismo abbiamo intervistato Gianfilippo Di Benedetto pres. Ass. Omphalos Onlus di Fano
Quando parliamo di autismo di che tipo di disturbo parliamo?
L’autismo rappresenta una delle sindromi più complesse e, nelle forme più gravi, difficilmente gestibili dell’età evolutiva. I bambini autistici presentano importanti difficoltà nell’interazione reciproca, nella comunicazione e nelle attività di gioco. Il linguaggio verbale, quando presente, risulta spesso non adeguato al contesto, con scarso utilizzo dei gesti comunicativi.
Le attività di gioco sono per lo più di tipo ripetitivo, con isolamento rispetto ai gruppo dei coetanei. Esistono vari livelli di gravità, da forme più sfumate ad altre molto severe cui spesso si accompagna un quadro di ritardo mentale per questo è più corretto parlare di autismi al plurale.
C’è ancora oggi del pregiudizio intorno all’autismo?
Purtroppo sì, uno dei pregiudizi più diffusi è quello che il bambino con autismo non vuole come comunicare con gli altri, la verità è che non sa come si fa, non possiede le abilità che gli consentono di giocare e comunicare agli altri i propri desideri. Con l’inizio di un intervento volto a fornirgli queste competenze si riscontra un aumento delle interazioni spontanee messe in atto dal bambino, oppure che il bambino con autismo non migliorerà mai, la letteratura dimostra miglioramenti significativi nelle aree della comunicazione, dell’interazione sociale, dell’autonomia, delle abilità cognitive e accademiche di bambini con autismo che seguono interventi comportamentali. Attivare un intervento precoce con dimostrate prove di efficacia consente ai bambini di ottenere miglioramenti significativi.
Come opera l’associazione Omphalos?
Allo scopo di organizzare una rete di solidarietà concreta Omphalos ha attivato oltre alla sede ufficiale di Corso Matteotti a Fano, due sedi operative “Batti 5!” a Fano e “Blu!” ad Acquaviva Picena pensati non come classici centro d’accoglienza diurni in cui si è insieme per tutto il tempo, ma spazi in cui i bambini intraprendono un percorso terapeutico intensivo ed individualizzato in rapporto di 1:1 con la terapista di riferimento, utilizzando principalmente un approccio di intervento ABA (Analisi Comportamentale Applicata) scienza applicata che deriva dall’Analisi del Comportamento, si ritiene infatti che l’apprendimento, la comunicazione e le abilità cognitive e sociali come comportamento e quindi come tali, possono essere modificate in un’ottica migliorativa e di maggiore adattamento al contesto.
Come possono essere tutelate e aiutate le famiglie?
Quando si riceve una diagnosi di autismo per il proprio figlio, il sentimento che prevale è l’istinto di chiudersi in se stessi, con un po’ di orgoglio ci riteniamo (Omphalos è composta quasi esclusivamente da genitori) come un punto di riferimento per queste famiglie che hanno necessità di risposte immediate che purtroppo spesso il pubblico fa fatica a dare. E’ indispensabile il nostro ruolo nel tutelare le famiglie, proteggendole dai tanti ciarlatani che fanno leva sulla loro disperazione.