Con don Daniele Simonazzi, cappellano dell’ex-Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Reggio Emilia da ventisette anni e responsabile dei cappellani carcerari dell’Emilia Romagna e delle Marche si è tenuto, sabato 3 marzo al Centro pastorale diocesano, l’ultimo appuntamento della Scuola di Pace. L’incontro, introdotto da Luciano Benini responsabile della Scuola di Pace, e Giorgio Magnanelli, volontario presso la casa circondariale di Fossombrone, ha visto don Simonazzi soffermarsi sul tema della giustizia riabilitativa e il rapporto tra comunità ecclesiale e carcere partendo da diversi brani biblici, in particolare dagli Atti degli Apostoli (Atti 12, 1-19), l’apostolo Pietro in carcere.
“Non si può pensare alla giustizia riabilitativa se non si parte dalle vittime – ha esordito don Daniele Simonazzi – Occorre avviare una riflessione di tipo pastorale, da parte della comunità cristiana sulla giustizia riparativa e l’ordinamento penitenziario italiano. Dalla mia esperienza negli istituti penitenziari posso affermare che occorre stare attenti a non fare vittime queste persone che hanno fatto già vittime. Ma è necessario avere più cura della vita, delle relazioni e degli spazi del carcere mettendo al centro di tutto la Parola di Dio e il dialogo”. Ha terminato don Simonazzi: “In carcere non abbiamo crocefissi appesi al muro perché i nostri crocifissi sono ad altezza d’uomo”.