“Sono quarantotto complessivamente i sacerdoti della nostra arcidiocesi. Il numero più basso delle Marche se rapportato al numero degli abitanti. Di loro, quindici sono impossibilitati a svolgere il ministero pastorale per motivi di età o di salute. Dei trentatré restanti, non pochi hanno superato la soglia dei settantacinque anni, pur impegnandosi ancora con generosità e sacrificio. Nessuna nuova ordinazione in prospettiva, poiché nessun giovane della nostra città o dei dintorni sta attualmente frequentando il seminario regionale di Ancona. Nonostante l’aiuto provvidenziale di alcuni religiosi e di nove sacerdoti stranieri, non si riescono a coprire tutte le necessità: a Villa Betti e a Montegaudio solo una volta al mese si celebra l’eucarestia, sostituita settimanalmente dalla liturgia della Parola guidata da un diacono.
Siamo a un punto di svolta storico della Chiesa di Pesaro. Dobbiamo prenderne coscienza e domandarci che cosa il Signore stia chiedendo alla nostra comunità in una situazione così critica”. La preoccupazione dell’Arcivescovo Piero Coccia per il clero e la realtà diocesana si è percepita chiaramente nelle parole rivolte, domenica scorsa 18 marzo, ai fedeli dell’Unità Pastorale del Centro Storico, durante la Santa Messa celebrata nella chiesa di San Cassiano. “Quello che ci è chiesto – ha proseguito – non è soltanto una soluzione, pur necessaria, di tipo strutturale: costituire nuove Unità Pastorali rispetto alle quattordici tuttora esistenti. Ci è chiesto prima di tutto una conversione delle nostre persone e delle nostre comunità. Dobbiamo essere educati ad accettare i cambiamenti, a superare le chiusure individualistiche, a lavorare insieme, sacerdoti e laici, a facilitare l’inserimento nelle nostre parrocchie dei preti stranieri, i quali, provenendo da altre luoghi e tradizioni, fanno una certa fatica ad ambientarsi in un contesto completamente nuovo”.
È proprio, dunque, per aiutare le comunità parrocchiali a vivere questa difficile contingenza come occasione di conversione e di crescita che l’Arcivescovo sta visitando periodicamente le Unità Pastorali diocesane, sia celebrando in esse l’eucarestia sia incontrando gli operatori dei Consigli Pastorali e degli Affari Economici. Per ribadire che le Unità Pastorali non sono semplici espedienti organizzativi e magari turbativi della vita parrocchiale, ma sorprendenti opportunità per comprendere meglio che cosa implichi l’“essere chiesa”: comunione, corresponsabilità, missionarietà.