Un modo originale, garbato e cittadino per sottolineare un anniversario rossiniano importante e conclamato, è quello di rendere protagonista una figura di artigiano che la geniale creatività del Cigno ha fatto diventare, con la musica, arte cosmica ed internazionale.
Barbiere. Per bizzarra parentela di fantasia “Il Barbiere di Pesaro” e quello di Siviglia si uniscono oggi in un bel libro edito dalla BCC di Gradara a cura di Stefano Giampaoli, con le fantasiose e fresche illustrazioni di Franco Fiorucci e le immagini dei maestri fotografi del Fotoclub Pesaro assieme alle mille e mille parole affettuose e cariche di memorie di tanti pesaresi noti e importanti. Bellissima, rappresentativa, originale, cifrata fra realtà e fantasia, mossa da segni avvolgenti come melodie, la copertina disegnata da Fiorucci: un Rossini – che aveva, si sa, pochi capelli e molte parrucche – sornione e quasi assonnato e un crinuto Coralloni compreso e attento nella sua regale esibizione di acconciatore: oltre il tempo, nella astratta dimensione di uno spazio cittadino e teatrale, nella invenzione artistica di un mestiere che diventa musica ineffabile “ per un barbiere di qualità”.
Novecento. E dalla appena accennata Pesaro dei primissimi del ‘900, quando regnavano i Temellini che oltre essere stati i barbieri di Mascagni e di Zandonai, affittavano i palchi del Teatro Rossini e sapevano cantare tutte le romanze d’opera, si arriva alla Pesaro attuale, sempre più ricca di barbierie, diventate da botteghe odorose di talco e di floid, a saloni lussuosi con luci sapientemente diffuse per illudere maschi adultoscenti: ma il re di ogni tempo rimane lui, il barbiere, un po’ confessore, un po’ intrattenitore, col suo dialetto e la sua ruspante sapienza, vicino al teatro, allo sport, alla politica, alla mondanità e al gossip: il barbiere, depositario di mille segreti, divulgatore discreto e garbato di notizie private, amico comprensivo e giudice misericordioso, che sa conquistare confidenze e ansie maschili con esperte carezze estetiche, caldi vapori, avvolgenti schiume, confortanti frizioni: ecco perché, da sempre, tutti vogliono e cercano Figaro e la sua bottega al numero 5 che, a mano manca, ha parrucche e pomate sulla vetrina alla moderna.
Allegoria. Molte le immagini nel libro “Il Barbiere di Pesaro”, molte e sincere le autorevoli parole che illustrano e connotano il personaggio che è “isola di contemporaneità” e memoria storica. Anche nel segno vibratile e agitato di Fiorucci, come nella impareggiabile musica di Rossini, il barbiere diventa mito e allegoria, maschera e tramite di affetti cittadini che il ritmo, come il segno, come il sogno fissa, esalta e conforta.