Il 2018 si è aperto con una notizia che ha creato sconforto nei familiari dei malati di Alzheimer: il colosso farmaceutico Pfeizer ha rinunciato alla ricerca su Alzheimer e Parkinson. “In Italia – ha sottolineato Michele Caporaso, presidente dell’Afma onlus (Associazione dei Familiari dei malati di Alzheimer) gruppo Marche Nord, al quale abbiamo chiesto una riflessione in merito – i casi di demenza sono oltre 1200mila e di questi 800mila sono di Alzheimer. Basti pensare che la diffusione del morbo in Italia coinvolge direttamente o indirettamente 3 milioni di persone nell’assistenza dei loro cari, con costi socio-sanitari complessivi stimati annualmente in circa 25 miliardi di euro. L’urgenza di trovare la strada giusta è ancora più importante nel Paese più vecchio d’Europa, che si prepara a diventare il più anziano del mondo. Le proiezioni al 2051 indicano infatti che in Italia ci saranno 280 anziani ogni 100 giovani. In questo scenario – prosegue Caporaso – l’anno 2018 è iniziato davvero con il “botto” del colosso farmaceutico americano “Pfizer Inc” che ha annunciato di rinunciare agli investimenti nella ricerca di nuovi farmaci per il trattamento delle malattie neuro-degenerative.
La decisione presa dalla Pfizer Inc, però si affianca a quella già presa da un altro colosso farmaceutico, Merck e segue una logica tutta interna al mercato: quello che non produce frutto (economico) va tagliato. Nulla di male, nessuno si aspetta che le società debbano fare beneficenza, ma la responsabilità morale di questi colossi è enorme”. Caporaso mette in evidenza l’amarezza di base sull’etica culturale di una società asservita all’economia. “Non si può non pensare che la cultura dello scarto, indirizzo crescente in Occidente, riguarda tutto e tutti (dal grembo materno, al disabile, alla quarta età) e che se il metro di giudizio è quello dell’utilità e dell’efficienza allora non c’è spazio per i fragili; quindi non c’è spazio nemmeno nei bilanci societari. Se poi nel frattempo abbiamo anche sottratto agli Stati ogni spazio di manovra per riparare alle iniquità della società (mancanza di risorse, limitazioni all’indebitamento…) o tanto meno per ridare agibilità alla ricerca pubblica, più interessata a risolvere i problemi che a far quadrare i conti, ci ritroveremo ancora più soli, abbandonati e umiliati dallo strapotere del denaro sulla persona”.