Il dramma cristiano della crocifissione, nel quale è assunta la sofferenza di ogni uomo, non è una tragedia senza speranza che paralizza – scrive Papa Francesco nel suo Messaggio per la ricorrenza della 26ª Giornata Mondiale del Malato – ma è il luogo da cui inizia un cammino di donazione e di amore. Gesù, affidando Giovanni a Maria, si prende a cuore la Chiesa e l’umanità; a Maria affida una vocazione materna, con le preoccupazioni e i progetti che ciò comporta; a Giovanni – e con lui a tutti gli uomini – chiede di fare propria questa vocazione e di prendersi cura soprattutto di coloro che sono nel bisogno.
Missione. È da qui che trae origine la missione particolare della Chiesa verso i malati, concretizzatasi nella sua storia bimillenaria in una ricchissima serie di iniziative e operante ancora oggi in tutto il mondo, tanto che in alcune aree – ricorda il Pontefice – sono solo gli ospedali dei missionari e delle diocesi a fornire le cure necessarie alla popolazione.E proprio per ricordarla è stata istituita la Giornata del Malato, celebrata anche nella nostra arcidiocesi, dove tante associazioni sono attive nei campi più disparati della malattia e dove operano con ammirevole dedizione i frati e i laici della Cappellania ospedaliera, guidata da padre Aldo Marinelli, direttore della Pastorale della Salute.
Arcivescovo. A questo vasto mondo ha espresso profonda gratitudine l’Arcivescovo Piero Coccia, il quale, come accade ormai da anni, ha voluto anche portare ai malati la sua vicinanza carica di affetto e conforto. Ha visitato infatti, uno ad uno, i degenti di tutti i reparti delle due strutture ospedaliere di Muraglia e del San Salvatore, ascoltandone le preoccupazioni e accompagnandoli con la preghiera. Si è inoltre intrattenuto con i medici e il personale sanitario, ai quali ha manifestato apprezzamento, oltre che riconoscenza, per il servizio svolto, scambiando con loro alcune parole sui complessi problemi dell’azienda ospedaliera. “Voglio ringraziare l’Arcivescovo – ha detto padre Aldo durante la celebrazione eucaristica svoltasi domenica 11 nella Chiesa del Sacro Cuore in Soria e trasmessa in diretta da Radio Incontro – per l’attenzione costante che mostra verso queste strutture e per la delicatezza con cui ha visitato i malati. Il suo gesto, con la fatica anche fisica che comporta, rende non formale la celebrazione di questa Giornata e porta la presenza reale di Cristo nei luoghi della sofferenza”.
Testimonianza. Padre Aldo ha anche ricordato che la pastorale della salute non è riservata ad alcuni specialisti o ad alcuni luoghi di cura, ma è un compito essenziale da vivere a partire dalle comunità parrocchiali. Non si può dimenticare infatti che tante famiglie seguono con grande tenerezza e spirito di sacrificio genitori e parenti anziani, malati cronici e figli gravemente disabili. Queste cure sono una testimonianza straordinaria di amore per la persona e di una responsabilità che arricchisce tutta la comunità religiosa e civile.