Ci sono storie che parlano da sé per la loro eloquenza, storie in cui il Mistero si rende presente ed obbliga all’azione. Questa è una di quelle. Non nasce da un progetto concepito a tavolino ma da un insieme di incontri e di cuori che si sono commossi, ossia mossi insieme, per cercare una soluzione al bisogno. Questa storia affonda le sue radici nella gente semplice del nostro Montefeltro e in quella dell’Alto Nera, gente buona, come si dice, gente di cuore. Gente non incline ai facili sentimentalismi, con i piedi per terra, eppure che sa ancora guardare e condividere il dolore dell’altro.
Sibillini. Tutto inizia quando Stefano di Sassocorvaro, Odelco di Pietrarubbia ed Eufemio di Macerata Feltria, volontari della Protezione civile comunale, si recano a soccorrere le popolazioni terremotate a Camerino dove opera anche un altro amico, Marziano Polverari di Sant’Ippolito che, insieme alla moglie Lorena hanno saputo trasformare grazie alla fede, il dolore per la perdita della figlia Serena di 18 anni. Nel gennaio 2017 i nostri volontari si spostano a Castelsantangelo sul Nera, un paesino di 300 abitanti sui Sibillini. Qui si dorme ancora in tenda e la temperatura di notte raggiunge i -15/20. Nel paesino ha resistito al terremoto solo il bar; una struttura in ferro rivestita in legno dove in un angolo è stata ricoverata la statua lignea della Madonna con Bambino della chiesa di S. Maria del Domo in località Nocelleto. Una statua e un luogo a cui gli abitanti sono molto legati.
Restauro. Stefano, che il fine settimana lo trascorre a Sassocorvaro, incontra un giorno Franco, persona molto devota alla Madonna, e gli racconta la storia della statua in parte danneggiata e il suo desiderio di restaurarla come donoper gli abitanti di quel paese. Si tratta di un intervento costoso ma Franco conosce un altro amico del posto Alessandro Magrini. Anche lui frequenta i gruppi mariani, e guarda caso è proprio un artista restauratore. Ma è solo grazie all’intervento di Don Luigi Carciani del Santuario Mariano del Pelingo verso il responsabile dei Beni culturali della diocesi di Camerino Mons. Cherubino Ferretti, che la statua giunge finalmente nella bottega del restauratore che la riporta all’antico splendore.
Chiesa. Ora restava da capire dove ricollocare il prezioso manufatto. Di qui l’idea del gruppo di amici di ricostruire una chiesa in legno a Castelsantangelo perché, come dice il poeta Eliot: “Là dove non c’è tempio non ci saranno dimore”.Nasce così un piccolo santuario dove questo territorio e la sua gente possa ritrovare speranza. «Tutte le circostanze fortuite e accadute di questa storia – spiegano oggi i protagonisti – anche i passaggi non descritti o che ci sono sfuggiti ci hanno sempre più convinti che questa non sia un’opera nostra ma di Dio e noi siamo solo degli strumenti presi a servizio. Cosa c’è di più bello che poter restituire la speranza a questi nostri fratelli perché possano celebrare con gioia la loro fede cristiana?» .