Facciamo gioco di squadra ed immaginate che la disabilità possa essere a servizio della pallacanestro: il Baskin, basket Integrato, è un nuovo sport in cui normodotati e ragazzi con ogni tipo di handicap giocano insieme nello stesso campo. Nato a Cremona una decina d’anni fa, questo sport vede nell’inclusione la sua prerogativa principale; a giocare infatti sono uomini e donne di ogni età, con ogni tipo di capacità fisica e mentale. In campo scendono veri e propri giocatori di basket ma anche ragazzi che fino a pochi giorni prima non sapevano nemmeno di che colore fosse il pallone. Ovviamente, un insieme di regole aggiuntive a quelle della pallacanestro, permette ai ragazzi disabili di giocare ognuno al meglio delle proprie possibilità risultando spesso decisivi nell’ambito delle partite. Questo magnifico sport consente a tutti di essere protagonisti ed inoltre, a livello umano, è qualcosa di strabiliante. E’ una manna dal cielo per molti ragazzi con handicap che altrimenti faticherebbero a praticare sport ed una formazione caratteriale per i normodotati che devono entrare nel mondo pieno di ostacoli dei loro compagni. Lo scorso 6-7 maggio la società sportiva Lupo Baskin Pesaro del Presidente Fabio Filippucci, ha vinto il campionato regionale marchigiano, il terzo in cinque anni, qualificandosi così per la fase nazionale a 8 squadre che verrà disputata dal 26 al 28 maggio a Montecchio Maggiore in provincia di Vicenza.
La società è in attività da 6 anni e il numero degli iscritti cresce continuamente annoverando oggi più di 40 atleti. Sindrome di Down, sindrome di Williams, autismo, epilessia, ritardi cognitivi, disabilità motorie, sono solo alcune delle patologie dei giocatori della Lupo ma nessuna di queste impedisce loro di giocare alla grande, di essere decisivi e di vincere tantissimi match. Quello che più impressiona vedendo questa squadra giocare è il livello di intesa, di integrazione, di amore che si percepisce durante gli allenamenti e nelle partite, rendendo quasi invisibili le differenze tra i vari giocatori.
A conferma di ciò arrivano le parole di Marcella Monti, coach storico della Lupo, che definisce la sua squadra “un enorme potenziale di diversità che diventano ricchezza l’uno per l’altro, una vera e propria famiglia”. Famiglia che potrebbe portare lo scudetto in città ricordando orgogliosamente che Pesaro è la capitale europea dello sport 2017 e sarebbe un bellissimo messaggio di civiltà per tutti. Facendo un enorme in bocca al Lupo a tutti i ragazzi per le prossime partite, invitiamo chiunque a provare questo sport che regala un mix di emozioni unico ed inimitabile.
Enrico Morri