Su invito dell’arcivescovo Piero Coccia, sabato 25 febbraio il cardinale Angelo Bagnasco ha celebrato l’eucarestia nella chiesa, recentemente ampliata, di SS. Maria Assunta in Montecchio, realizzando così il desiderio, da tempo nutrito, di don Orlando Bartolucci e dell’intera comunità parrocchiale. Il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana e neo presidente delle Conferenze Europee è stato accolto calorosamente sul sagrato, dove hanno portato il loro indirizzo di saluto il sindaco di Vallefoglia Palmiro Ucchielli e lo stesso don Orlando. Quest’ultimo, dopo avere brevemente delineato il quadro socio-economico attuale del territorio, in cui il lavoro “nonostante la forza imprenditoriale di diverse ditte, non mostra più la vivacità degli anni ’90”, si è soffermato sulla vita della parrocchia, in particolare sulla realtà dell’oratorio avviata nel 2003 proprio dall’allora vescovo di Pesaro mons. Bagnasco: una realtà, come ha sottolineato il primo responsabile Mauro, che in questi ultimi tempi si è talmente sviluppata da coinvolgere, a tutt’oggi, quasi 350 ragazzi del Grest, 100 giovani animatori e più di 50 genitori. Un saluto colmo di riconoscenza e di stima è stato rivolto, all’inizio della celebrazione eucaristica, dall’arcivescovo Piero Coccia, il quale si è rallegrato per l’alto incarico europeo ricevuto dal cardinale: “un riconoscimento – ha detto – sia “al lavoro pastorale che tutta la chiesa italiana svolge nella quotidianità con passione e dedizione, grazie ai vescovi, ai sacerdoti, ai religiosi e religiose e ai laici impegnati” sia “al valore della persona stessa” del suo Presidente, “guida sicura, caratterizzata da lucidità e coraggiosa chiarezza”.
Una lucidità e una chiarezza che, in effetti, non sono mancate nelle parole rivolte da mons. Bagnasco alla comunità. “Mi rallegro per questa chiesa e questo oratorio, realizzati grazie all’intraprendenza e all’affetto di don Orlando per la parrocchia. I luoghi sono necessari spazi di fede, di preghiera, di incontro, non esibizione di efficienza”; nascono dalla “passione per il bene delle persone e dal desiderio incontenibile che tutti incontrino il Signore e scoprano la bellezza della vita cristiana. Questi nuovi spazi vi esortano a compiere ulteriori passi nella vita della chiesa”. Di tali passi il cardinale ha indicato la direzione: “La comunità cristiana – ha affermato – non deve compiacere il mondo, se il mondo tradisce la verità. Fuori dalla verità non vi è servizio agli altri, ma autocompiacimento e affermazione di sé. E’ vero: la comunità cristiana è una comunità di peccatori e lotta ogni giorno con le sue debolezze e i suoi mali: lo sappiamo bene. Ma la verità del messaggio di Cristo si misura non sulla perfezione della nostra coerenza, ma sul Vangelo stesso. E se anche abbiamo la coscienza di essere peccatori, non possiamo tacere. Se tacessimo la bellezza, l’altezza e la serietà del Vangelo di Cristo, noi tradiremmo il mondo, anche se ne avessimo gli applausi”. Viviamo in una cultura confusa, ha proseguito Bagnasco, “in cui tutto – la vita e la morte, la libertà e l’amore, la famiglia e la politica, l’economia e la finanza – è alla mercé dei gusti e delle opinioni di ciascuno. ‘E’ una mia scelta libera e personale’, si sente spesso dire. Come se il criterio del valore, della verità, della bontà di un comportamento dipendesse dal fatto che viene scelto liberamente. E’ giusto che uno sia libero, ma non è detto che una scelta compiuta in libertà sia giusta”.
Pertanto, in una società che assomiglia sempre più a una “massa” di individui, dove ci si proclama “cittadini del mondo” con il rischio, però, di diventare figli di nessuno e in un’Europa in cui si sta alimentando la tendenza allo sradicamento, “i cristiani sono chiamati ad essere un popolo, che si ritrova in un pensare e sentire comune radicato nel Vangelo e che riconosce nella Chiesa la propria casa, la propria appartenenza. Voi oggi, con la vostra presenza numerosa e calda, date testimonianza alla società e al mondo che è bello appartenere a qualcuno, perché appartenere vuol dire essere al cuore di qualcuno”. Continuate a camminare insieme, stretti al vescovo, ai parroci, alla chiesa locale – ha esortato mons. Bagnasco. Non perdete la vostra identità. Non esercitate una critica distruttiva. Perdonatevi. Partecipate senza protagonismi. Ogni sera, nelle mie preghiere, rivolgo un pensiero particolare per la cara diocesi di Pesaro. E accogliamo, con l’aiuto della Madonna, l’esortazione di Gesù: Non temete!. Sì, noi non vogliamo temere. Non temiamo”.
Paola Campanini