«Io con la mia malattia ogni sera ci parlo. Parlo con i motoneuroni e dico: “Radunatevi! Moltiplicatevi! È un ordine”. Mai arrendersi. Mai staccare i tubi. La vita è una cosa incredibile. Quello che noi chiediamo non è la luna ma poter vivere fino in fondo con dignità cioè con quello che hanno tutti i cittadini normali». Abbiamo scelto di ricordare Marco Maggioli con le sue stesse parole di un’intervista all’emittente “E’ TV Marche” del 2011. Marco è tornato alla Casa del Padre la sera del 27 novembre scorso. Aveva 62 anni ed era affetto da Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) da ben 15 anni. Tanti, troppi per una malattia che di solito ti porta via in meno di 3 anni. Un caso più unico che raro tanto che scherzando diceva spesso «mi stanno studiando perché non capiscono come mai io sia così duro a morire». Ma la risposta la aggiungeva lui stesso con l’immancabile ironia ed ottimismo: «Sono ancora qui perché sono affetto da un’inguaribile voglia di vivere».
La stampa locale ha dato ampio spazio alla triste notizia ricordando il suo ruolo di primo piano sulla scena politica e sociale di Fano come assessore del Comune e fondatore di “Fano Jazz By The Sea”. Marco però era anzitutto un uomo dal cuore grande, appassionato di tutto ciò che lo circondava. Ha continuato a lavorare come esperto di sicurezza sul lavoro battendosi per i diritti dei malati Sla e ottenendo grandi risultati dalle istituzioni delle Marche. Aveva fondato da solo la sezione marchigiana dell’AISLA contattando uno per uno tutti i malati della regione. Marco però è stato anche un collega, un“giornalista”. Dal 2011 infatti teneva una rubrica seguitissima non solo sul Nuovo Amico ma anche su tutti i giornali delle diocesi delle Marche, con un vivace confronto con i lettori e con la redazione. Indimenticabili le riunioni giornalistiche via skype con tutti i collaboratori che correvano a salutarlo appena sapevano del collegamento. E poi le sue proposte, le sane provocazioni e il desiderio di comunicare per contagiare tutti con quella sua inguaribile voglia di vivere.
Socio onorario dell’Ucsi Marche, l’unione dei giornalisti cattolici, Marco ha partecipato attivamente ai vari appuntamenti in giro per le Marche, testimoniando sempre la sua forza ma anche una fede autentica, profonda e personale. Sono tanti gli aneddoti che ci legano ancora a lui con un filo invisibile che, nonostante la sua assenza, non si spezzerà mai. Marco continuerà ancora ad insegnarci l’amore per la vita, in ogni suo momento compresa (e soprattutto) l’estrema fragilità. L’ultimo saluto sono le parole di sua moglie Mara, con la quale era legato da 42 anni. «Riposa in pace guerriero io un giorno ti riporterò la spada e combatterò come sempre accanto a te! Ti amo tanto!».
La Redazione