Anche la provincia di Pesaro e Urbino, conta numerosi danni. Dalle verifiche strutturali effettuate dai Vigili del Fuoco risultano situazioni di inagibilità accertata che hanno interessato 45 edifici privati e 11 edifici pubblici. Gli edifici di culto chiusi cautelativamente sono 28 mentre, nel Comune di Serra S. Abbondio, una scuola è stata dichiarata inagibile.Sono 22 le chiese nella diocesi di Fano lesionate e dichiarate inagibili: Serra S. Abbondio, S. Ippolito, S. Lorenzo in Campo, Pergola, Calcinelli… Nel centro storico di Fano anche l’episcopio è tenuto sotto stretta osservazione. Altre 3 chiese nella diocesi di Urbino: la Cattedrale (le funzioni si tengono nella vicina S. Domenico), la chiesa di S. Veneranda nel cuore di Fermignano e la chiesa di S. Polo.
A Pesaro sono state dichiarate inagibili le chiese del castello di Novilara e la chiesa monumentale di S. Giovanni Battista nel centro città. Parzialmente inagibile anche la chiesa di Colombarone. Vengono invece tenute sotto sorveglianza altre chiese a Fanano alta, Gabicce Monte, l’Abbadia di S. Tommaso in Foglia e il campanile di S. Angelo in Lizzola. L’Arcidiocesi di Pesaro sta ultimando proprio in questi giorni il controllo su tutti gli edifici di culto.E si allunga la lista dei danni nei 123 Comuni marchigiani coinvolti dal sisma: 54 nella provincia di Macerata, 27 in quella di Fermo, 28 in quella di Ascoli e 14 in quella di Ancona.
Per quanto riguarda le scuole per ora ne sono state dichiarate inagibili 62 (34 nella provincia di Macerata, 3 in quella di Fermo, 19 nella provincia di Ascoli e 6 in quella di Ancona), ma il quadro non è ancora completo. In continuo aggiornamento anche gli altri dati. Le persone rimaste senza casa ad oggi sono 26.705: 14.925 sono assistite in loco (palestre, capannoni, palazzetti) e 6.821 in albergo. A queste si aggiungono 12.603 persone che trascorrono la notte in macchina o da parenti e amici per paura di nuove scosse.Ben 249 le zone rosse delimitate perché a rischio crolli. Aumentano, con gli ultimi sopralluoghi, le sedi inagibili dei municipi che raggiungono quota 55: 29 nel Maceratese, 6 nel Fermano, 19, nel Piceno e 1 nell’Anconetano.
Ci sono tanti modi per raccontare giornalisticamente il terremoto che ha colpito le nostre comunità e in particolare le Marche. Noi abbiamo scelto di farlo attraverso il volto giovane della solidarietà. Un auspicio di speranza per un futuro ancora incerto e difficile. I ragazzi della pastorale giovanile delle tre diocesi di Pesaro, Fano e Urbino, hanno avviato un progetto con la diocesi di Ascoli Piceno. Un percorso di vicinanza e sollievo alle persone delle zone più colpite dal sisma. Al loro fianco c’è anche l’associazione Papa Giovanni XXIII. Fino all’estate 2017 i nostri ragazzi si recheranno tra gli sfollati che ora vivono sulla costa adriatica per portare un po’ di coraggio a tante persone, soprattutto bambini e anziani. A Pesaro, una volta al mese, verrà proposto un momento di preghiera, «perché oltre al fare concreto – spiega don Enrico Giorgini – c’è bisogno anche di rivolgersi a Dio».
A seguire la testimonianza di alcuni ragazzi di Urbino.
Sono stata ad Arquata, insieme ad alcuni ragazzi della diocesi. Per me è stato un dono, un’occasione per confrontarmi con persone che hanno vissuto un’esperienza decisamente traumatica. Appena arrivati, ci ha accolti don Louis, sacerdote cubano. Abbiamo animato la messa con dei canti semplici. Ciò che per noi però rappresentava un piccolo gesto, ha fatto in realtà commuovere i presenti. Ovviamente non eravamo in una vera chiesa, ma in una semplice tenda con delle panchine e un piccolo altare. I rumori esterni erano davvero tanti e don Louis era costretto a tenere un volume di voce abbastanza alto. In questo modo si capiva cosa significasse “lottare per pregare”. Quando ho recitato la preghiera dei fedeli, mi sono resa conto di quanto sforzo ci volesse anche solo per dire una parola, se volevo che la si sentisse.
Terminata la messa, il prete ci ha accompagnati a visitare le vie del paese. Era impressionante vedere quante case vuote ci fossero e com’erano ridotte le scuole. Ci ha raccontato che anche lui ha perso la casa. Le famiglie hanno ricevuto tanto sostegno, anche se si trovano ancora in condizioni per noi inimmaginabili: cinquanta di esse infatti convivono in un’unica struttura. Abbiamo avuto l’occasione di visitarla. La cosa più commovente è stato vedere una coppia di anziani, tristi per la loro situazione, ma allo stesso tempo felici: avevano capito il vero senso della vita. Infatti per loro la vera gioia era l’essere sposati da 63 anni e vivere ancora insieme. Sappiamo bene che parecchie sono state le vittime: molti si sono trovati a perdere figli, coniuge, genitori…
Alla fine del giro ci è stato offerto il pranzo. È stato incredibile: loro che offrono il cibo a noi! Quanta gratuità e gioia nel condividere tutto ciò che si possiede! E pensate un po’? Eravamo proprio dove prima c’era stata la messa. Ogni spazio disponibile va sfruttato in mille modi possibili. Vicino al gazebo dove distribuivano polenta e porchetta, c’era un tavolo dove vendevano maglie e felpe con la scritta “il coraggio non trema”. Ho deciso di comprarle entrambe, per poi andare in giro nella mia amata Urbino. Ci ha voluti conoscere anche il sindaco. È veramente una persona umile e molto amata. Egli stesso ha perso la casa. Ci ha spiegato che non vuole subito farsi ricostruire una casa perché è giusto dare l’esempio ai suoi cittadini e far loro capire che non sono soli a vivere questo disagio. Prima di ripartire abbiamo preso degli accordi per poter tornare e far partire un progetto di sostegno a loro favore. È nata la proposta di tornare una domenica al mese ad animare la messa, far giocare i bambini e passare del tempo insieme agli anziani. Sono cose semplici, che tutti potrebbero fare, ma in fondo è proprio questo ciò di cui loro hanno più bisogno: non sentirsi soli! Purtroppo, a seguito della forte scossa di domenica 30 ottobre, di Borgo d’Arquata non rimane più nulla …