Sorpresa. Soprattutto per chi aveva la pretesa di leggere gli eventi e interpretare i sondaggi, e non ha neppure immaginato che Trump fosse andato a cogliere i voti nelle zone oscure degli Usa. Ed ha vinto. Sembra aver suggerito a se stesso prima l’economia poi la politica, prima gli affari interni poi gli affari esterni. Per quanto riguarda la battaglia elettorale, l’importante è vincere. Discriminante morale è la vittoria. Macchiavelli docet. Più cauti e meno disinvolti i commenti dopo. In una campagna elettorale più simile a una battaglia che a una competizione, “il fine giustifica i mezzi”, anche dopo influenza un po’ tutti, vincitori e vinti. Infatti, con quale scopo Trump ha rivolto alla Clinton l’invito a mettersi insieme a “far rimarginare le ferite del Paese”? Comunque sia questo non basta per spiegare quello che è successo e ridare un po’ di serietà e serenità alla politica. Il problema più pesante è la figura dell’eletto, difficile da individuare, così fuori da qualsiasi schema e tanto in linea con l’antisistema.
Contro aspettative e previsioni ha vinto. Forse perché ha squarciato il velo della seriosità che ha caratterizzato il processo politico che precede gli stessi contenuti programmatici e vuol andare diritto al concreto con sfacciata sincerità. Credo proprio che la sua fortuna elettorale dipenda specialmente dall’aver interpretato il cambiamento in atto sugli alti e bassi piani di vita e di costume degli americani. Prima la Patria, gli States, poi il resto. Innegabile che la sua ascesa al trono abbia sconvolto la politica estera. Se Putin ha esultato per la vittoria di Donald, l’Europa trema. L’impatto sulla politica europea verosimilmente sarà complesso, in particolare riguardo alle sedi Nato e all’abbandono dell’Europa alla responsabilità di provvedere alla sua stessa difesa.L’alternativa peggiore sarebbe quella di uscire dalla grande storia. Dei cattolici che hanno votato, il 52% ha scelto l’attuale inquilino della Casa Bianca. Ciò sembra che non sia dispiaciuto ai Vescovi che hanno incalzato il premier ad “ascoltare la voce dei deboli” ma non gli hanno dato un assegno in bianco perché ricordano ciò che ha sostenuto nella campagna elettorale sulla pace, la famiglia, la vita e su temi etici in generale.