Questa volta Digio l’ha proprio combinata grossa. Per raccogliere fondi per la Siria e per far conoscere meglio il percorso di una band “The Sun” ha organizzato una cena con circa 700 persone. Ospiti al vivaio Pascucci a Villa Fastiggi, strada in sala, che si è fatto rovinare mezzo ettaro di campo per procurare i parcheggi agli intervenuti. Una partecipazione da Guinnes dei primati, complici quasi tutte le associazioni della diocesi, che non citiamo per esigenze di spazio.
Il vero miracolo in fondo è stato questo: tutte le associazioni che d’amore e d’accordo si sono ritrovate ad una cena che mescolava ottima musica, buoni pensieri e, perché no, anche opere buone. Nel 1997 quattro ragazzi vicentini formano una band: hanno un sogno, fare della musica la propria professione. Dopo qualche anno sono arrivati al successo: quattro dischi in inglese, più di 300 concerti e migliaia di fan in tutto il mondo. Professionalmente enormi soddisfazioni, ma la loro vita si smarrisce dietro droga, alcool e sesso. Nulla di diverso da altri complessi musicali, direte, ma Francesco Lorenzi, il leader del gruppo, entra in crisi, sente che la band sta perdendo l’ispirazione ed il legame fra i membri si sta sciogliendo. Eppure proprio in quel momento, grazie ad una serie di “Dioincidenze”, come le definisce lui, rinasce come uomo e come artista. Riesce a recuperare i suoi amici ed avvicinandosi a Gesù provoca la scintilla che lo porta a scrivere canzoni in italiano, ma soprattutto con testi carichi di significato.
Da questa storia nasce un libro: “La strada del sole” edito da Rizzoli e con la prefazione, scusate se è poco, del cardinale Gianfranco Ravasi. Le vie del Signore sono misteriose, passano attraverso una rock band, si snodano alla ricerca di nuovi stimoli culturali e musicali ed approdano ad un viaggio in Terra Santa. Don Marco Di Giorgio diventa loro accompagnatore in uno dei pellegrinaggi in Israele e da questo nasce la bella amicizia che li ha portati a Pesaro. Una serata splendida, un’organizzazione perfetta, perfino dei ragazzi che fanno da baby sitter ai più piccoli, e che siano stati bravi lo dice la mia nipotina di tre anni che non voleva tornare a casa e rimaneva abbracciata alla sua tata temporanea.
Fra il palco ed il pubblico domande e risposte si susseguono, tutti vorrebbero capire come e perché, la band cerca di spiegare e miracolosamente ci riesce. Al termine un momento di buona musica ed i commenti del pubblico vanno dalle solite scene da concerto dei giovani, fino ai commenti tranquilli dei più maturi: “Però sono bravi”. Grazie Digio della splendida serata.
Alvaro Coli