Domenica 3 luglio, alle ore 10, nella chiesa di S. Giuseppe di Pesaro, celebrerò il cinquantesimo anniversario della mia ordinazione sacerdotale. In questo particolare momento desidero ricordare i sacerdoti della parrocchia di Loreto che frequentavo da ragazzetto – Don Bruscolini, Don Ugo, Padre Innocenzo e Don Viki – il cui esempio e zelo mi ispirarono la risposta a chi, nel giorno della Prima Comunione e della Cresima ricevute dal Vescovo Mons Bonaventura Porta, mi chiese cosa volessi fare da grande: “il prete”.
La risposta fece ridere tutti, perché ero conosciuto come un po’ scavezzacollo. Poco tempo dopo ho incontrato i Missionari della Baratoff, fatti per le missioni dell’Africa, e sono entrato nel loro Istituto, completando in altre città i miei studi e la mia formazione, fino all’ordinazione sacerdotale a Milano il 28 giugno 1966. Tre anni dopo sono partito per l’Uganda e poi, nel 1982, per il Mozambico. Nel novembre 2015 sono tornato in Italia con forte anemia dovuta a malaria e cuore in difficoltà. Mi è stato così detto: “Ora basta Africa. Meglio che lavori qui da Noi. Quest’anno compirai 75 anni. Andrai in pensione lavorando nell’animazione e promozione vocazionale missionaria in Portogallo”.
Così dopo le cure mediche, le feste e le vacanze, dovrò fare di nuovo le valige. Per il mio cinquantesimo avevo chiesto ai pesaresi di aiutarmi a ricostruire la Chiesetta Parrocchiale di METI, in Mozambico. La generosa risposta di amici e familiari ha permesso di superare abbondantemente la cifra di 12.000 euro preventivata a febbraio, il giorno in cui il Papa viaggiava per il Messico e visitava il Santuario della Madonna di Guadalupe alla quale anche la chiesetta di Meti è dedicata. Vi lavora come parroco un comboniano eritreo, giovane pieno di entusiasmo ma povero di mezzi materiali. Le offerte gli sono state fatte pervenire dalla procura dei Comboniani di Verona.
Desidero ringraziare sentitamente tutti coloro che hanno contribuito a realizzare il sogno di questo giovane parroco. A tutti gli amici che faranno festa con me a San Giuseppe il prossimo 3 luglio, chiedo di pregare affinché, nonostante debba ora cantare il “Nunc dimittis” per quanto riguarda l’Africa, possa continuare a fare ancora del bene e soprattutto a ispirare giovani portoghesi e non, a dare la loro vita per l’Africa….anzi per il Signore Gesù.
Padre Antonio Campanini