Una settimana dedicata agli altri, agli “ultimi”, a quelle persone che vivono nella nostra città ma sono invisibili, nascosti, sconosciuti… Una settimana vissuta con intensità, fra gioia e stupore, fra chiusura nei preconcetti e apertura del cuore, fra musica e silenzi… Ecco, questo è il Caritas Camp 2016! Venti ragazzi di III e IV superiore si sono trovati a vivere un’esperienza inaspettata, piena di sorprese…
Dal 13 al 18 giugno, ospiti a Villa Baratoff, il Caritas Camp è stato un super-concentrato di vissuti!Al mattino, i ragazzi si sono impegnati in prima persona nel volontariato e nel servizio gratuito presso alcune strutture della nostra Arcidiocesi: il Centro di Ascolto e il magazzino di raccolta della Caritas diocesana, lo sportello immigrati del CeIS, la comunità per minori “L’Ancora”, la casa famiglia della Comunità Papa Giovanni XXIII… un contatto diretto con le tante forme di povertà e di marginalità che la nostra città conosce, accoglie e accompagna con generosità, dedizione e competenza.
Il pomeriggio di ogni giornata è stato dedicato all’approfondimento di alcune tematiche. «Siamo partiti chiedendoci chi è l’altro – spiegano i ragazzi – e nella prima tappa del nostro viaggio abbiamo incontrato Roberto Drago ci ha raccontato la sua esperienza con i tossicodipendenti, abbiamo conosciuto il servizio svolto del Centro di Ascolto per la Salute della Caritas e l’accoglienza di persone senza fissa dimora offerta da “I bambini di Simone” e a “Casa Mariolina”».
La seconda si è incentrata sul valore della vita; grazie a Suor Consolata e di “Casa Fiducia” e Mara, della Papa Giovanni XXIII, che si prende cura delle giovani donne vittime della tratta. La terza tappa è stata dedicata all’accoglienza, «e l’abbiamo vissuta nella sua concretezza – spiegano – accogliendo nella nostra “casa” un gruppo di giovani immigrati». Ultima tappa: la condivisione perché l’unica strada per vivere in modo autentico è condividere…. Sabato mattina nel silenzio, immersi nella natura, in solitudine a ripercorrere l’intenso “viaggio” condiviso con tanti amici e a cercare di decifrare ciò che si era sedimentato.
Le testimonianze
“Ho potuto capire e vedere tante cose che prima non ero a conoscenza, nuove povertà che non pensavo esistessero… Penso che delle volte siano i mass media a inculcare idee sbagliate e a creare pregiudizi…”.
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“Noi siamo presi dalla freneticità della vita e questo porta a perdere di vista i valori veri. La nostra società non ha tempo da condividere e questo l’ho capito solo attraversando questa esperienza…”.
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“Ho visto persone che ci mettono il cuore in quello che fanno persone nuove, con un passato disastrato ma una forza pari a quella di un uragano; osservato realtà, situazioni e ambienti che fino ad oggi non conoscevo ed ho ascoltato i diretti interessati”.
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“Pronta ad affrontare il viaggio che la vita ha in serbo per me e che con fede e volontà riuscirò a portare un po’ di amore a chi ne ha bisogno”.
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“Solo in questa settimana mi sono resa veramente conto della povertà della mia città: prima, delle persone bisognose quasi non me ne accorgevo e, se le vedo per strada, le ignoravo”.