PASQUA – MESSAGGIO DEI VESCOVI DI PESARO-FANO-URBINO
VINTA È LA MORTE
Cari fratelli, care sorelle delle nostre diocesi di Pesaro, Fano, Urbino, a voi con gioia rivolgiamo il nostro saluto ed il nostro augurio di una Santa Pasqua.
“Questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci ed esultiamo”. A questo “giorno” già da tempo ci stiamo preparando: tutto l’anno liturgico, infatti, ruota attorno al giorno di Pasqua, giorno nel quale “Cristo ha distrutto la morte e ci ha ridonato la vita”. Ma sicuramente alcuni grandi momenti ecclesiali in questi ultimi tempi ci hanno aiutato a ricentrare lo sguardo sul Signore e ad assaporare la sua misericordia, il suo amore che si dona e che perdona. Pensiamo all’apertura dell’Anno Santo della Misericordia nel dicembre scorso, che ha visto convergere verso le Cattedrali delle nostre Diocesi e nelle chiese giubilari del territorio migliaia di pellegrini, riempiendo di gioia il cuore di fedeli e pastori. Pensiamo anche alle molte celebrazioni giubilari che abbiamo vissuto in questi mesi.
Sicuramente però la viva tradizione della benedizione delle famiglie nel tempo della quaresima è stata la preparazione più immediata e diretta alla Pasqua: l’incontro tra il sacerdote e “la sua gente” altro non è se non il segno visibile dell’incontro tra il Signore ed il suo popolo; Cristo stesso desidera benedirci, dire bene di noi, perché ci ama di un amore senza limiti, anche quando non lo meritiamo. Ne è prova concreta quanto abbiamo ascoltato domenica durante il momento culminante della lettura della Passione: “Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno” (Lc 23,34): Così San Paolo nella lettera ai Romani ripenserà a questo amore infinto: “Ora, a stento qualcuno è disposto a morire per un giusto; forse qualcuno oserebbe morire per una persona buona. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi” (Rom 5,7-8). Spesso si obietta che Dio, se davvero ci fosse, non permetterebbe tante sofferenze, ingiustizie ed orrori che vediamo ogni giorno. Ma la croce ci dice che Dio non se ne sta lontano pronto solo a giudicare, ma è entrato nell’orrore, ha subito violenza e ingiustizia, perché da quel profondo abisso di male, l’uomo in una ascesa di amore potesse ritrovare la sua piena dignità. Dall’abisso di quella morte, Gesù è stato rialzato per una vita che non può più morire. E questo tragitto è donato a noi, a tutti. “O felice colpa, che ci ha meritato un così grande Redentore!”. Questo è il grido della Veglia Pasquale.
Carissimi fratelli, carissime sorelle, questa gioia non è sospesa nell’aria, ma vive nei cuori di chi crede, di chi ama, si manifesta nel volto di chi è afferrato da questa speranza, ha il suo luogo nella comunità cristiana. Facciamoci annunciatori della misericordia di Dio che si è manifestata in Gesù; proprio come fecero gli apostoli: “Noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato” (At 4,20). Buona Pasqua!
I Vescovi + Mons. Piero Coccia + Mons. Giovanni Tani + Mons. Armando Trasarti