GLI OTTANT’ANNI DI PADRE ARMANDO PIERUCCI E IL 20° DELL’ISTITUTO “MAGNIFICAT”
Cristiani, ebrei e musulmani uniti dalla musica per la pace in Terrasanta
PESARO – Domenica 13 settembre alle ore 21,15, nella Chiesa Monumentale S. Giovanni Battista, si svolgerà una serata in onore di Padre Armando Pierucci (vedi box in pagina), che festeggia così i suoi 80 anni e i 20 anni di vita dell’Istituto Magnificat di Gerusalemme da lui fondato nel 1995 grazie al Capitolo della Custodia Francescana di Terra Santa.
Il principale scopo dell’Istituto è quello di offrire ai giovani una formazione musicale di alto livello, senza discriminazioni religiose, politiche o culturali. Gli oltre 250 studenti vanno dai bambini dei corsi propedeutici agli allievi di composizione, pianoforte, organo, archi… Qui studiano insieme giovani cristiani, ebrei e musulmani. Un piccolo “miracolo” compiuto da Padre Armando da Maiolati Spontini (AN) che già a soli 10 anni era entrato nei frati dove suonava di nascosto l’organo. Nel 1988 diventa l’organista della Basilica del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Le sue melodie sono state eseguite anche al Getsemani e presso le Nazioni Unite a Ginevra.
Padre Armando, facciamo il punto di questi 26 anni in Terrasanta.
Sono tornato in Italia per un intervento chirurgico e attualmente risiedo presso il convento S. Caterina di Fabriano, ma ogni tanto torno a trovare i miei ex alunni a Gerusalemme, perché il mio cuore è rimasto in quei luoghi santi e martoriati dalla sfiducia.
Come sta vivendo questo delicato momento storico l’Istituto Magnificat da lei fondato?
Il Magnificat è stato sempre e sperò sarà, un’isola di pace, in mezzo a tanta sofferenza. In questo momento vi sono gli stessi 27 professori israeliani e l’istituto è diretto dal mio successore, il frate minore canadese padre David Jenier. La funzione del Magnificat non è solo musicale ma è anzitutto al servizio dei luoghi santi. In secondo luogo vi è una comunione di fratellanza e solidarietà fra i 250 allievi, suddivisi nelle varie classi musicali, provenienti dal mondo cattolico, ebraico e islamico. Un esempio per la politica di come la convivenza si possa vivere concretamente. Il Magnificat viene sostenuto solo dalla Custodia in Terra Santa e dalle donazioni provenienti in prevalenza dalle Marche. Vorrei aggiungere che il biennio e il triennio musicali, quest’ultimo corrisponde ad un master class, permettono ai nostri musicisti di inserirsi nei conservatori israeliani, ma attualmente anche in Italia e Germania.
Come è nata l’idea di comporre una cantata intitolata ai Fioretti di S. Francesco?
Perché le Marche, dopo l’Umbria, sono la regione più francescana d’Italia. Francesco compì episodi miracolosi in Ancona, Fabriano, Osimo, Forano, Ascoli Piceno e San Leo. Questi episodi-fioretti, li ho voluti musicare, per rendere grazie a Dio, per la presenza in questi luoghi del Poverello d’Assisi.
Quando nel novembre del 1988, venni a Gerusalemme, lasciai il manoscritto del libro “Incontriamo Francesco nelle Marche”. Vi avevo raccolto quei testi delle “Fonti Francescane” che raccontano le infinite visite di San Francesco d’Assisi nelle Marche.
I frati della mia Provincia Picena fecero una bellissima pubblicazione con quanto avevo raccolto. Anni dopo ho ripreso in mano quelle pagine e ne ho fatto una sorta di pellegrinaggio ideale insieme a Francesco che, camminando, cantava; e nel canto indicò la via della pace, del conforto e della speranza.
Come è strutturata questa sua opera?
È suddivisa in dodici quadri, ispirati agli episodi marchigiani della vita di San Francesco e dei suoi primi frati, contenuti nei capitoli 42-53 dei Fioretti. Si tratta di un itinerario musicale che si apre con un Preludio che è il desiderio di cantare, alla maniera di Francesco, le “lodi del Signore”, attraverso il racconto di «stupendi fatti e detti», compiuti e proclamati dal Santo e dai suoi primi compagni in terra marchigiana, e termina con la celebre Benedizione di San Francesco, che riassume in sé tutto quel clima di pace, di conforto e di amore, di cui è pervaso l’intero pellegrinaggio intrapreso sotto la protezione del Signore.