MESSAGGIO DEI VESCOVI DELLA METROPOLIA IN OCCASIONE DELLA PASQUA 2015
La Risurrezione oggi
Viviamo tempi storici carichi di sfide dove siamo chiamati a fare esperienze, qualunque esse siano, non più fondandoci sulla convenzione ma sulla convinzione. Questa esigenza vale per tutte le realtà che viviamo nella quotidianità.
Ma tale esigenza la sentiamo quanto mai forte in riferimento all’esperienza della fede cristiana, la quale non può più essere affidata alla tradizione comunemente intesa. Essa chiede, oggi più che mai, responsabilità nella libertà, poiché siamo immersi in un contesto storico secolarizzato dove la fede cristiana è una possibilità tra le tante altre per orientare la vita. Viviamo in una società ed ancor prima in una cultura al plurale. E’ dentro questo quadro che si colloca la celebrazione della Pasqua cristiana di oggi. Oltre il dato formale e convenzionale, essa va colta e vissuta nella sua profondità, autenticità ed attualità.
Ma come?
La Pasqua cristiana non solo ricorda ma esprime e realizza la morte e risurrezione di Gesù Cristo, di cui la liturgia ci fa fare memoria vivente. Ma nell’evento della morte e risurrezione di Gesù tutti noi ritroviamo l’ambivalenza del nostro umano. L’esperienza ci dice che ognuno di noi quotidianamente si confronta con la morte e con la possibile risurrezione. La vita di ciascuno di noi è sempre inevitabilmente segnata da questa duplice possibilità: il morire o il vivere. E questo accade per tutte le dimensioni della persona e in tutti gli ambiti del suo operare.
I fatti che stiamo vivendo, anche nel nostro territorio, in questo periodo storico, ci stupiscono e ci allarmano per la crescita del fattore morte, fisicamente e simbolicamente intesa. Ci imbattiamo sempre più frequentemente con una morte dai molti volti, dalle molteplici sembianze e dalle impreviste configurazioni. C’è la morte del cuore, delle relazioni, delle famiglie, del lavoro, dell’economia ed altro ancora. E questo non per essere pessimisti ma realisti. Di fronte a questa realtà cosa ci dice la Pasqua del Signore e quale prospettiva ci offre?
Essa ci fa prendere coscienza dell’attualità della morte, ma nel contempo ci introduce nella possibilità della risurrezione.
Nell’evento della Pasqua ritroviamo la nostra condizione umana ma con un elemento decisivo: quello della risurrezione del Cristo che ci schioda dalla tavola della morte per immetterci, grazie alla celebrazione della liturgia, nell’esperienza della risurrezione.
Da questa partecipazione reale ed attuale all’evento della morte e risurrezione di Cristo nasce l’invito rivolto a tutti: accogliamo la grazia della risurrezione di Gesù, lasciamo che la potenza dell’amore di Dio rivelatosi in Lui, trasformi anche la nostra vita e ci faccia diventare segni di risurrezione nel mondo di oggi.
E’ dunque nella celebrazione del mistero del Cristo morto e risorto che ognuno di noi trova le motivazioni e le sollecitazioni per superare le barriere della morte, comunque la si voglia intendere, e per indicare a tutti e ad ognuno il possibile sentiero della risurrezione.
Non è un caso che molti individuano nell’esperienza della fede, centrata sulla morte e risurrezione di Gesù, un’irrinunciabile risorsa per costruire l’umano nella sua pienezza e bellezza. Di ciò oggi abbiamo urgente bisogno.
Il Signore Risorto conceda a tutti e a ciascuno la forza della fede che ci porta a trasfigurare la morte in vita. Buona Pasqua!
I Vescovi della Metropolìa
+ Piero Coccia Arcivescovo di Pesaro
+ Giovanni Tani Arcivescovo di Urbino-Urbania-S. Angelo in Vado
+ Armando Trasarti Vescovo di Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola