DA PESARO AI MASSIMI LIVELLI DELLA MEDICINA ITALIANA ED INTERNAZIONALE
Matilde Leonardi, quando la
scienza è al servizio delle persone
Domenica 8 marzo ricorre la festa della donna. Tra gli scienziati più importanti d’Italia spicca proprio un’eccellenza al femminile: Matilde Leonardi. Una giovane donna e mamma da un curriculum talmente corposo che, per motivi di spazio, siamo costretti a pubblicarlo in forma sintetica. Numerosi i suoi studi e le pubblicazioni in tema di disabilità, neurologia e bioetica. È sua la più importante ricerca epidemiologica sugli stati vegetativi in Italia, per la quale Benedetto XVI prima e Papa Francesco poi, l’hanno nominata membro dell’Accademia Pontificia della Vita. L’abbiamo intervista al rientro da un viaggio in Turkmenistan per conto dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS).
Dottoressa Leonardi, a leggere il suo curriculum c’è da rimanere davvero impressionati. Siamo certi tuttavia che per prima cosa i nostri lettori si meraviglieranno di sapere che lei è una pesarese doc.
Sì, anche se dalla mia città sono andata via a soli vent’anni. A Pesaro comunque torno spessissimo. Qui ho i miei adorati genitori, gli amati parenti e tanti amici. E poi c’è il mare che mi ha dato quel senso dell’infinito che mi porto dentro quando giro il mondo per lavoro.
Che scuole ha frequentato?
Anzitutto l’asilo del Sacro Cuore di Via Cesare Battisti. Poi le elementari al Carducci con il maestro Gallina che mi ha trasmesso l’amore per le favole. Quindi il liceo “Mamiani” dove mi hanno insegnato a studiare. Mi ricordo il professor D’Elia che era il mio “incubo”!! ma grazie a lui ho imparato bene sia il latino che il greco. Poi ricordo con affetto la professoressa Tintori di chimica e scienze ma ho un ricordo straordinario di Grazia Callegari, insegnante di storia dell’arte. È stata l’unica che, per un attimo, mi ha fatto dubitare della scelta universitaria.
Lei svolge un lavoro ad altissimi livelli eppure è riuscita a conciliarlo con la maternità. Quel è il segreto?
Anzitutto devo dire che i miei figli (Elena, 26 anni e Federico, 19 ndr) sono, come per ogni mamma!, speciali. Il segreto è che sono sempre stata molto organizzata ma anche molto aiutata. La mia priorità è ed è sempre stata comunque la famiglia. La maternità era ineludibile nel mio percorso di donna e devo dire grazie ai miei figli perché mi hanno sempre riportata alla realtà. Credo di aver dato loro un amore tenero ma con un particolare.
Quale?
Non li ho mai sentiti veramente miei. Sin dalla gravidanza ho pensato infatti che erano per il mondo. Certo ho cercato di coltivare i talenti che Dio ha dato loro, ma non per me stessa. Nella loro educazione sono stata aiutata anche dai nonni e da una marea di cugini di Pesaro, dove i miei figli hanno passato felici estati intere.
Veniamo alla sua vita professionale. Spicca, oltre ai suoi titoli scientifici, l’attenzione che i due ultimi pontefici hanno avuto nei suoi riguardi, nominandola nell’Accademia Pontificia della Vita.
E’ stato per me un grandissimo onore. E giovedì mattina (il 5 marzo ndr) sarò in udienza dal Papa con la Pontificia. Spero di potergli portare i risultati di una ricerca che ho coordinato per l’OMS. Ho valutato la disabilità dei sopravvissuti all’uragano Iolanda nelle Filippine. È il primo studio sulla disabilità in scampati a un disastro e poiché lui è stato in quelle zone vorrei lo avesse.
La disabilità è sempre presente nelle sue ricerche…
Da oltre 20 anni mi occupo di disabilità legata soprattutto alle malattie neurologiche. Cinque anni fa a Milano al Besta ho aperto il “Centro ricerche sul coma”. Non guardo però solo gli aspetti neuro scientifici ma anche quelli etici. In questo campo ci vuole il rigore della scienza tenendo conto anche dell’impatto che questa ha sull’uomo.
Eppure questi temi entrano nel dibattito politico con grande difficoltà, come mai?
Credo che oggi, in questo clima di crisi economica, ci sia un finto silenzio sul dibattito etico. Finto perché in realtà una società guidata solo dal dibattito economico arriva al punto di non riuscire più a parlare delle cose che interessano davvero la gente. Ne parla meno anche la Chiesa, ma questo da un certo punto di vista è giusto perché è il laicato cattolico a dover intervenire nella “Polis”.
Ma si tratta di un silenzio sbagliato?
Si perché poi le scelte sociali vengono fatte solo su criteri economici. Ad esempio il tema della famiglia rischia di essere affrontato solo su basi finanziarie. Invece il dibattito è su come si intende la società: che valore dare all’uomo, alla vita, agli anziani, alle persone con disabilità, alle donne che scelgono di non abortire … Se partiamo dai soldi e non dalle persone perdiamo il fine della politica.
La settimana scorsa lei è stata in Turkmenistan. Cosa significa andare in un ex stato di polizia a parlare di diritti umani?
Sono andata in questo paese su richiesta dell’OMS come esperto e ne sono molto orgogliosa. Oggi molti Paesi stanno ratificando la Convenzione Onu per i diritti delle persone con disabilità. Lì ho parlato di questo ma anche di giustizia sociale, di diritti umani, delle persone con e senza disabilità, delle conquiste e delle difficoltà italiane nell’area di inclusione e di partecipazione, di come raccogliere dati veri, che non abbiamo dal Turkmenistan, perché chi non è contato non conta.
Lei afferma che la disabilità è data dall’interazione tra una condizione di salute e l’ambiente. Cosa significa?
Che malattie uguali in ambienti diversi possono essere migliori o peggiori. Ma l’ambiente è condizionato dalle leggi di un paese, dai servizi disponibili, dalla cultura… E qui si ritorna al discorso della “Polis”
Spesso nel mondo scientifico è difficile per un cattolico essere accettato. Per lei vale lo stesso?
Io non ho mai avuto problemi, nel mondo scientifico contano la competenza e i dati e i risultati che si producono. Poi sono profondamente ottimista e “allegra in Dio”. La fede è allegria. Ho iniziato a dirlo serenamente dopo i 44 anni. Non ho mai imposto la mia visione di fede ma ho sempre condiviso, credo, il piacere di questa gioia con tutti quelli che mi stavano intorno. Nel mio caso sono stata compresa.
Lei ha coordinato il più grande lavoro nazionale sugli stati vegetativi subito dopo il “caso Englaro”. Cosa ha scoperto in Italia?
Che su mille pazienti in stato vegetativo ce ne erano novecentonovantanove i cui familiari chiedevano aiuto e sostegno per tenere in vita i loro cari. Ecco io ho cercato e cerco di occuparmi di loro.
L’otto marzo è la festa della donna. Come festeggerà?
Sono una “paladina” dei diritti della donna e soprattutto delle bambine in tutto il mondo. Sono spesso in Paesi in cui per le donne ogni cosa, talora anche l’esistere, è difficile solo perché sono donne. Anche in quel giorno penserò a loro e alle donne coraggiose che ho conosciuto nel mio lavoro, madri, mogli, sorelle di pazienti. L’8 marzo io lo trascorrerò con mia madre e mia figlia in Inghilterra, a dare un ultimo saluto ad una carissima zia anziana molto malata. Sarò da lei con le donne della mia vita.
A cura di Roberto Mazzoli
SCHEDA
Matilde Leonardi è nata a Pesaro, coniugata, due figli. Laureata con lode in Medicina e chirurgia nel 1986. Specializzata con lode in Pediatria e in Neurologia (1990 e 1999). Perfezionata in Neonatologia nel 1991 e in Neurologia Pediatrica nel 1994. Perfezionata in Bioetica nel 2006 e in Bioetica Avanzata nel 2009. Ha lavorato come pediatra ospedaliero a Torino dal 1989 e poi dal 1991 presso l’Organizzazione Mondiale della Sanità, OMS, a Ginevra. E’ dal 2001 Dirigente Medico neurologo presso la Direzione Scientifica della Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano e dirige la Struttura Semplice Dipartimentale Neurologia, Salute Pubblica, Disabilità e il Centro ricerche sul Coma. Per il Besta è responsabile della Ricerca su impatto delle malattie neurologiche, disabilità e politiche socio-sanitarie, delle relazioni internazionali con l’OMS e Unione Europea e dei contatti con le associazioni dei pazienti neurologici e delle persone con disabilità. Coordina ricerche internazionali e nazionali.
Ha ricoperto numerosi incarichi come esperto per Ministeri ed Organismi internazionali, in particolare è stata dal 2010 al 2013 Coordinatore del CTS dell’Osservatorio nazionale delle Persone con Disabilità del Governo Italiano. E’ docente di Neuropsichiatria, salute pubblica e disabilità presso l’Università Cattolica di Milano ed ha dal 2014 l’abilitazione a professore associato di Neurologia. E’ autore di numerosi articoli e pubblicazioni nei settori della neurologia, neuropediatria, disabilità e sanità pubblica e membro dell’editorial Board di diverse riviste scientifiche. Nel 2008 ha pubblicato il Libro Bianco sull’Invalidità Civile in Italia. Nel 2012 è stata nominata membro della Accademia Pontificia per la Vita.