ARCIDIOCESI DI URBINO – MONS. GIOVANNI TANI
Giovani, famiglia e lavoro
Che impressione ha avuto da questo incontro così fortemente atteso con Papa Bergoglio?
È stato un incontro molto cordiale. In un clima di familiarità il Papa si è messo a dialogare con noi, ci ha ascoltato molto. Nel parlare ha fatto molto riferimento alla sua esperienza di vescovo. E aveva il tono di chi condivide e consiglia, e non tanto di chi dà delle direttive.
Tanti i temi messi in gioco. Qual è quello che le è sembrato prioritario?
Famiglia e giovani; le vocazioni e quella che lui ha chiamato la filosofia del provvisorio, cioè gli impegni di vita che non vengono assunti per sempre. Ci ha parlato della teologia dell’incarnazione e della necessità di andare incontro all’altro nello spirito del Vangelo: “Qualunque cosa avrete fatto al più piccolo di questi miei fratelli, l’avrete fatto a me”. Certamente l’attenzione sul tema della famiglia è stata forte e ho avuto l’impressione che su questo punto Papa Francesco voglia lavorare molto.
Riguardo alla pastorale giovanile. Come si è pensato di guardare alle nuove generazioni come al futuro della Chiesa…
Il tema dei giovani è sempre rimasto nell’orizzonte del colloquio. E il Papa ha anche sottolineato come la situazione delle famiglie dove gli sposi sono ad esempio o separati o divorziati, incide sul percorso vocazionale dei figli. Quindi il lavoro pastorale se vuole procedere deve affrontare in modo sistematico sia la famiglia che i giovani. È stato detto al Papa come in questi anni nelle Marche sia cresciuto l’impegno negli oratori parrocchiali e come anche sia aumentato il loro numero: Papa Francesco ha detto che il metodo dell’oratorio è molto buono per interessare i ragazzi e tenerli in un cammino di formazione umana e cristiana.
La crisi del lavoro segna profondamente anche questa Arcidiocesi. Quali riflessioni e strategie sta mettendo in campo la Chiesa urbinate per poter essere vicina a quanti (giovani, padri e madri di famiglia, ecc.) soffrono per la mancanza di lavoro?
Siamo chiamati a rispondere a molte richieste di aiuto. Cerchiamo di rendere la Caritas diocesana attenta a questa emergenza e anche capace di uno sguardo complessivo su tutta la realtà. È nostra intenzione anche coordinare l’intervento delle varie Caritas parrocchiali.
A novembre si terrà il 2° Convegno ecclesiale marchigiano. Come si sta preparando l’Arcidiocesi di Urbino–Urbania–Sant’Angelo in Vado?
Seguiamo il programma per questi mesi che precedono il Convegno. Con i sacerdoti abbiamo riflettuto sulle tappe che il sussidio propone. Ci saranno anche appuntamenti diocesani nei quali si potrà parlare del Convegno. Nel frattempo la nostra diocesi sarà attivata, a partire dalla Veglia di Pentecoste, per una Missione diocesana che si svolgerà da mercoledì 25 settembre a domenica 6 ottobre. Avrà come titolo una frase di Papa Francesco: “Non lasciatevi rubare la speranza”. Sabato 5 ottobre ci sarà l’ordinazione diaconale del nostro seminarista Andrea Righi che sta ultimando i suoi studi a Roma. La missione sarà rivolta soprattutto alle famiglie e ai giovani. Penso che la diocesi in questo modo sarà pronta anche per il convegno regionale.
Ha potuto parlarne nel colloquio col Pontefice? Quali reazioni, consigli ed auspici da parte del Papa?
Sì, in un passaggio del colloquio ho potuto accennare alla missione diocesana dicendo appunto che avrà come obiettivi il coinvolgimento delle famiglie e dei giovani. Era come una conferma di quanto si andava dicendo riguardo agli impegni di evangelizzazione più urgenti.
Sono diverse le diocesi nelle Marche che devono attendere un nuovo pastore, tra nomine ad altri incarichi e raggiunti limiti di età. Il Papa ha fatto qualche rivelazione?
Nessuna rivelazione. Ha solo detto che quando egli attendeva di concludere il suo ministero episcopale nella diocesi di Buenos Aires, avendo già raggiunto i 75 anni, gli è stato chiesto di… cambiare diocesi!
A cura di Andreas Fassa