ARCIDIOCESI DI PESARO – MONS. PIERO COCCIA
Il trapasso culturale del nostro territorio
Eccellenza, può raccontarci qualcosa, a livello personale, del suo primo incontro con Papa Francesco?
Venerdì 3 maggio, in occasione della Visita ad Limina Apostolorum, Papa Francesco ha ricevuto in udienza gli Arcivescovi di Pesaro, di Ancona insieme ai vescovi di Macerata, Jesi, Fabriano e Senigallia.
Il colloquio intenso e franco si è protratto per un’ora e venti minuti. E’ stata subito sintonia tra il Papa e noi vescovi. Il Pontefice ponendosi in un atteggiamento di ascolto, ha voluto sapere da ciascuno di noi la situazione della propria diocesi dal punto di vista culturale, civile e soprattutto ecclesiale, pregandoci di mettere a fuoco gli elementi di criticità e di positività. Sorprendente è stato il suo interessamento riguardo ad alcuni ambiti della pastorale. Deciso il suo invito a guardare al futuro con spirito costruttivo per la crescita della fede nella comunità.
Preziose poi si sono rivelate le sue indicazioni, corredate dalla sua esperienza di pastore, in merito ai problemi che maggiormente coinvolgono la vita di fede delle nostre chiese locali. A lui abbiamo espresso l’affetto delle nostre chiese, come anche la gratitudine per lo stile del suo servizio petrino che è entrato nel cuore della gente. Caldo e unanime è stato poi l’invito a visitare il Santuario mariano di Loreto.
Quali sono stati i “punti di forza” e quali i “nodi più problematici” della nostra chiesa locale da lei presentati al Santo Padre?
Tra i nodi problematici che ho esposto al Papa ho elencato la crescente secolarizzazione, il profondo trapasso culturale che il nostro territorio sta vivendo e che ha riflessi notevoli sulla comunità cristiana a livello di questioni antropologiche decisive come la visione della vita, della famiglia, la questione educativa, la concezione del bene comune, della politica, ecc.
Non ho tralasciato di evidenziare la difficoltà che abbiamo a livello di clero, scarso nel numero e con un tasso di anzianità elevato. Neanche ho taciuto la problematicità che come chiesa stiamo vivendo nei confronti del mondo dei giovani e del lavoro. Tra i punti forza, ho riferito al Papa la priorità pastorale relativa alla formazione e alla valorizzazione del laicato nella forma di una crescente corresponsabilità.
Inoltre ho condiviso con lui l’attenzione che stiamo dedicando alla pastorale vocazionale e della famiglia. Ho comunicato di quanto abbiamo fatto e stiamo facendo nel settore della Caritas a livello diocesano e a livello parrocchiale.
L’ho anche informato dell’esperienza della formazione delle Unità pastorali e dei lusinghieri risultati che si intravedono.
Da ultimo ho accennato al Papa delle positività dei Convegni annuali di settembre che danno l’avvio all’Anno pastorale dell’Arcidiocesi definendone obiettivi e percorsi del nostro cammino di chiesa.
Che cosa sta più a cuore al Papa in questo momento particolarmente critico che la Chiesa attraversa e quali indicazioni ha dato per la Chiesa che è in Pesaro?
Chiare sono state le sollecitazioni del Papa a curare come pastori la famiglia, i giovani ed il laicato. Questi tre soggetti, ci ha ricordato il Papa, costituiscono le priorità della chiesa e quindi anche delle nostre chiese locali. Non sono mancati riferimenti alla situazione economica del nostro territorio che suscitano preoccupazione.
In merito alla famiglia, punto nodale della vita della chiesa e della società, il Papa ci ha ricordato la necessità di impiantare una solida pastorale familiare in tutte le sue articolazioni, non dimenticando l’attenzione a coloro che vivono la sofferenza dovuta al fallimento del matrimonio.
Quanto ai giovani, il Papa ha sottolineato la necessità di saperli accogliere e di saperli accompagnare soprattutto con percorsi di formazione spirituale e di slancio missionario attraverso il loro coinvolgimento all’interno di una pastorale integrata.
Sul laicato il Papa si è soffermato raccomandandoci due cose: la formazione e la corresponsabilizzazione. Ha precisato che la chiesa di oggi si apre al mondo e alla problematicità dell’uomo post-moderno soprattutto con la presenza di laici formati e corresponsabilizzati nella missione della nuova evangelizzazione.
Quali frutti si attendono da questa Visita?
Il Papa ci ha confermato nella fede anche attraverso la piena condivisione delle scelte fatte dalle nostre chiese e attraverso una forte sollecitazione a continuare e a sviluppare i cammini intrapresi. Questo mi pare sia il frutto maggiore che chiede però prospettive ulteriori di ampliamento e di approfondimento.
Al termine dell’udienza, nel salutarlo personalmente, il Papa ha avuto amabili parole di ringraziamento per il pellegrinaggio a Roma del 17 aprile della nostra Metropolìa con tremila fedeli che hanno partecipato alla sua udienza generale.
Inoltre avendo colto dal mio intervento la “tipicità” della nostra chiesa nei confronti delle altre chiese marchigiane, mi ha invitato a continuare i cammini già in atto con tenacia, perseveranza e con lo sguardo rivolto al futuro.
A cura di Paola Campanini