“ORATORINSIEME” IL 21 GIUGNO A VILLA BARATOFF CON MONS. COCCIA
Consegnata la “parola educativa” agli Oratori
Lo scorso 16 maggio l’Arcivescovo Piero Coccia ha incontrato animatori ed educatori di Oratorio per consegnare loro la ‘parola educativa’ in vista del tradizionale appuntamento “OratorInsieme”, che si terrà il prossimo 21 giugno con ogni probabilità presso Villa Baratoff dei missionari comboniani. Nella grande sala dell’Oratorio della Parrocchia Santa Maria Assunta in Montecchio, di fronte ad un’assemblea gremita e dal volto giovane, l’Arcivescovo Monsignor Piero Coccia ha parlato agli Animatori ed Educatori di Oratorio. Un incontro iniziato tre anni fa che diviene appuntamento importante e significativo.
“Attraverso la Porta”
È stata questa la ‘parola educativa’ dell’anno consegna da mons. Coccia. Il riferimento è alla ‘Porta della Fede’ che apre l’uomo al mistero di Cristo. Nell’Anno della Fede e dopo il Sinodo sull’Evangelizzazione, anche l’Oratorio tende gli sforzi educativi per condurre la persona verso l’esperienza di Cristo. In linea con il Convegno Diocesano del settembre 2012 sulla “Fede adulta” e con il Convegno delle Chiese delle Marche che si riconoscono unite nel dono della fede. L’Oratorio è dunque una ‘porta’ che sta al ‘centro’ tra la Casa-Chiesa e la piazza.
“Attraverso la Porta” dice la via: vivere in Cristo ‘porta dell’ovile delle pecore’ e puntare sul mistero pasquale, centro della nostra fede. ‘Attraverso’ è il ‘passaggio’, la Pasqua.
“Attraverso la Porta” dice la scelta consapevole di chi in Oratorio vuole testimoniare il proprio cammino educativo sorto dalla sintesi fra vita e fede.
Laboratorio dei Talenti
In Italia l’esperienza degli Oratori prende vigore in modo nuovo. Su questa strada la nota della Cei dal titolo “Il laboratorio dei Talenti” offre precisi punti di riferimento e diviene ‘vademecum’ per il cammino di ogni Oratorio.
Suddivisa in tre parti, offre una memoria di 450 anni di vita oratoriana in Italia (menzionando san Filippo Neri, san Giovanni Bosco,…); le dinamiche dell’Oratorio e lo stile dell’educare; la responsabilità ecclesiale verso l’Oratorio quale ‘Laboratorio educativo dei talenti’.
L’Arcivescovo Coccia si è soffermato sul capitolo II in cui si sottolinea che la Pastorale dell’Oratorio è una forma della Pastorale Giovanile. L’Oratorio quale ‘laboratorio’ ha uno scopo: integrare e fare interagire il rapporto fra vita e fede. Per questo è un processo formativo. Il metodo di cui dispone l’Oratorio: partire dagli interessi del mondo giovanile e offrire risposte adeguate che sono progetto. L’Oratorio è luogo di evangelizzazione perché in esso la fede viene comunicata e testimoniata. La priorità educativa dell’Oratorio è dare primato alla relazione e realizzare l’ascolto, l’accoglienza, l’ambiente umano, l’accompagnamento. L’Oratorio è luogo umano in cui si riflette e si verifica il cammino educativo annuale della Chiesa Locale. Ed è anche luogo di alleanze educative con la Famiglia, la Scuola, lo Sporto, ecc. In Oratorio si esprime, attraverso il servizio, la coscienza di una Chiesa tutta ministeriale; Animatori ed Educatori svolgono un ‘ministero di fatto’.
Convegno Regionale delle Chiese marchigiane
Il Convegno che ci approntiamo a celebrare (22-24 novembre 2013) servirà a far cogliere i cambiamenti avvenuti nelle Marche negli ultimi 20 anni. Mutamenti avvenuti anche nelle Chiese marchigiane che suggeriscono vie di investimenti per il futuro.
Un cambiamento significativo è dal punto di vista culturale nell’interpretazione della vita, della Famiglia, del consumo; l’insorgere di idolatrie (successo, carriera, ecc.). Cogliamo le Marche come “società plurale” , un cambiamento sociale e dello stato sociale (dalla sanità alla scuola, ecc.).
Abbiamo alle spalle due esperienze: il Concilio Ecumenico Vaticano II che ha portato un cambiamento di mentalità nella Chiesa; la Chiesa Italiana che dagli anni ’70 si è data, per ogni decennio trascorso, un Piano pastorale incidente sul tessuto delle Comunità.
Quale scenario oggi della Chiesa marchigiana? La Riforma Liturgia ad opera del Concilio e l’approccio favorevole alla Parola del Signore; la consapevolezza di un laicato più maturo e partecipativo; l’apporto dei Movimenti e delle Associazioni; un’esperienza di Chiesa partecipativa attraverso gli organi collegiali (Consiglio pastorale, Consiglio per gli Affari Economici, il Consiglio Diocesano Oratori, ecc.).
Cogliamo anche criticità nella Chiesa marchigiana: un calo nella frequenza alla Liturgia; crisi di vocazioni e invecchiamento del Clero; il mondo giovanile disaffezionato alla fede; difficoltà ad innovarci come Chiesa, legati alle vecchie tradizioni.
Come può la Chiesa guardare al futuro? Occorre fare un’esperienza di fede autentica e profonda, una fede seria, sperimentata e vissuta; occorre leggere la realtà marchigiana comprendendo le trasformazioni e raccogliendo le sfide dell’oggi che da esse provengono; occorre fare una forte esperienza di comunionalità (come ‘bene comune’) per superare la ‘società plurale’, trovando linee comuni; avvertiamo la necessità di investire nella formazione di un laicato nei suoi tre aspetti: famiglia, giovani, operatori pastorali; abbiamo urgenza di farci carico di una nuova evangelizzazione che investe su una nuova e innovativa pastorale.
Don Giuseppe Fabbrini
Direttore Ufficio per la Pastorale per gli Oratori