FANO – Sicuramente tanti dei centoquaranta partecipanti al pellegrinaggio ad Assisi della parrocchia di S. Maria Goretti di Fano avevano già visitato almeno una volta la città e ammirato la bellezza del suo paesaggio e la ricchezza della sua arte. Ma forse non tanti avevano già fatto l’esperienza di essere portati per mano, come è successo a noi, alla scoperta dei luoghi di Francesco.
Le nostre guide, padre Filippo a Fano e padre Pasqualino ad Assisi, ci hanno aiutato ad andare oltre e, sotto il fascino dell’arte, a fare un salto indietro nel tempo e ricostruire con l’aiuto dell’immaginazione e della fede i luoghi di Francesco, la sua grande figura e la sua spiritualità.
In preghiera nella Cappella della Porziuncola, che Francesco elesse a sua dimora e dove restò con i suoi primi compagni per alcuni anni, abbiamo meditato sulla radicalità della fede di Francesco, sul suo amore per Cristo, sulla relazione immediata che aveva con Gesù e con la parola di Dio.
La Cappellina del Transito, dove Francesco morì nudo, sulla nuda terra, la sera del 3 ottobre 1226, ci ha ricordato che Francesco rimase fino alla fine fedelissimo a Madonna Povertà.
Nella Chiesa inferiore della grandiosa basilica di San Francesco ci siamo inginocchiati davanti al sarcofago che custodisce le sue spoglie mortali, la sua tomba, collocata, per sua volontà, nel luogo in cui venivano sepolti i senza legge, il Collis inferni poi ribattezzato Collis Paradisi. Da lì siamo saliti alla Chiesa superiore, dove abbiamo ripercorso le tappe fondamentali della vita di Francesco attraverso gli affreschi di Giotto.
Abbiamo poi potuto ripercorrere la vita di Santa Chiara, giovane donna di Assisi di nobile famiglia, la quale si mise alla scuola di Francesco e dalla quale ebbe origine il Secondo Ordine francescano, quello delle Clarisse, riassunta attraverso otto storie nella tavola attribuita a Cimabue e collocata nella Basilica di Santa Chiara. Qui è avvenuto il nostro incontro con il Crocifisso che parlò a Francesco nel 1206, allora a San Damiano, con le parole “Va, Francesco e ripara la mia casa in rovina”. In ginocchio abbiamo chiesto al Signore l’aiuto per passare da una fede superficiale a una fede capace di trasformare la nostra vita e di rafforzare l’unità dei credenti.
Infine a San Damiano abbiamo ancora riflettuto su Francesco che lì lavorò per riparare la chiesetta in rovina prima di capire che la sua missione andava ben oltre il restauro di una vecchia chiesa; e ancora su Santa Chiara attraverso il coretto, il refettorio, il dormitorio, dove la Santa morì l’11 agosto del 1253.
Possiamo forse dire che con il pellegrinaggio ad Assisi ha avuto inizio per la nostra comunità l’Anno della Fede in compagnia di Francesco, in cui l’amore per Cristo ha fatto nascere l’amore verso le persone e anche verso tutte le creature di Dio ( Benedetto XVI, udienza generale del 27 gennaio 2010).
Graziella Giorgi per la comunità
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