Pesaro. Sport, passione, condivisione, storie di vita! Si è respirato tutto questo nel primo meeting “Campioni di vita 2012”, svoltosi, lo scorso 30 ottobre, al Centro Congressi Baia Flaminia Resort su iniziativa di Barbara Rossi, presidente della Snoopy Pallavolo e con la collaborazione dell’Associazione Rimbalzo rappresentata da Filippo Sabatini. In platea erano presenti numerosi spettatori, circa 400, fra giovani atleti, dirigenti sportivi, politici e semplici cittadini che si sono emozionati, sorpresi e divertiti per i racconti dei due super ospiti intervenuti: Mauro Berruto, ct della nazionale di pallavolo maschile e Josefa Idem, pluricampionessa olimpica e mondiale di canoa.
Il senso del meeting era quello di testimoniare come attraverso e grazie allo sport si può fare della propria vita quotidiana un capolavoro al di là dei risultati. A rompere il ghiaccio, il mister Berruto che ha concentrato il suo intervento parlando di sport come investimento sul futuro sia da un punto di vista economico che emozionale. Viene mostrato il video di Londra con le immagini della semifinale persa con il Brasile contrapposte a quelle della finale per il bronzo vinta con la Bulgaria. Già da qui si trae un primo messaggio ed è quello che le sconfitte possono rappresentare un’opportunità per imparare e fare meglio la volta dopo. Si prosegue con uno spezzone del film “L’attimo fuggente”, quando il professore, interpretato da Robin Williams, porta i ragazzi a giocare a pallone. Da questo video vengono tratti spunti importanti.
“Lo sport – spiega Berruto – spinge all’eccellenza, è uno strumento di integrazione, una scuola di fatica, disciplina, merito. Pensate, ogni domenica, tranvieri, impiegati, operai, macellai lavorano per convincere Francesco a passare la palla a Mohamed per fare goal.” Ciò fa molto riflettere su come quello che sembra impossibile possa accadere nel quotidiano, accade ogni volta che si gioca una partita, in qualunque sport. Quanto all’aspetto economico, il coach sottolinea che l’Italia è il secondo paese dopo il Giappone per numero di over 60. Il budget sanità non è sufficiente e la maggior parte della spesa sostenuta dal nostro sistema sanitario riguarda le malattie cardiovascolari, il diabete, l’obesità. E’ dimostrato che se si praticasse sport, queste patologie si ridurrebbero del 30%. Detto questo è chiaro che chi fa sport si ammala di meno, lavora di più e di conseguenza produce di più. Non ci dovremo sorprendere se in futuro ci saranno sempre più medici che non prescriveranno farmaci ma pratica sportiva visto che lo sport è inserito nei diritti costituzionali alla salute.
L’ultimo punto toccato dal mister è quello emozionale; viene illustrato attraverso dei video come lo sport sia capace di trasmettere sogni ed emozionare. Impossibile dimenticare l’eccitazione con la quale viene commentato il goal, forse il più bello di tutti i tempi, di Maradona ai mondiali ‘86 contro l’Inghilterra quando in dribbling superò quasi tutti gli inglesi oppure l’emozione che tutti gli italiani ricordano dell’esercizio perfetto di Jury Chechi ad Atlanta dove conquistò l’oro negli anelli riscattando le olimpiadi di quattro anni prima che lo davano per favorito ma che non poté partecipare a causa di un infortunio. Sulla stessa lunghezza d’onda la testimonianza di Josefa Idem che anche lei ci ha fatto incontrare l’umano nello sport. Si racconta ricordando di essere stata una ragazza timida, paurosa e in continuo conflitto; voleva vincere ma allo stesso tempo non voleva perché tutti le dicevano che era muscolosa e a lei questo non piaceva e vincendo era come dargli ragione. Grazie a una ricerca interiore ha potuto capire che i limiti non sono una parete ma un campo fiorito da esplorare. Per superare questi limiti fondamentale è stato l’ambiente in cui ha vissuto e l’aiuto del suo allenatore e marito che sempre ha avuto fiducia in lei. E ai ragazzi che le chiedono come sei diventata un campione? Lei così risponde: “Ragazzi diventate protagonisti delle vostre scelte e campioni della vostra vita!”
Agostino Imperato