“Vino nuovo in otri nuovi” è stato il tema che ha fatto da filo conduttore all’Assemblea Pastorale Diocesana che si è tenuta domenica 24 marzo al Centro Pastorale Diocesano.
Novità. A introdurre la serata e il relatore che ha aiutato i presenti nella riflessione il Vicario per la Pastorale don Francesco Pierpaoli. “Le idee circolano nell’aria e hanno sempre bisogno di uomini e donne che le facciano proprie, che le accolgano. Anche i tempi cambiano – ha sottolineato don Pierpaoli – il progresso e lo sviluppo del mondo stanno davanti a noi e inesorabilmente siamo come sotto la pioggia senza ombrello, ci bagnamo, siamo intrisi da quanto accade e incapaci a volte di cogliere l’opportunità e la bellezza della novità. Servono otri nuovi per accogliere vino nuovo altrimenti gli otri si rompono e il vino si disperde senza che nessuno lo beva e ne gioisca. Servono – ha proseguito don Francesco – teste nuove, mentalità nuove, cuori disarmati. Dobbiamo affrontare i nostri limiti, le nostre debolezze, ma abbiamo la necessità di aprirci, di abbattere i muri e questo vale anche nella Chiesa”.
Discernere. La parola è poi passata a don Giampaolo Maccagni, vicario episcopale per il Clero e il coordinamento pastorale della Diocesi di Cremona, che ha offerto ai presenti diversi spunti di riflessione toccando varie tematiche non da ultima il cambiamento d’epoca che stiamo vivendo. “I cambiamenti – ha messo in evidenza don Maccagni – sono davanti a tutti, da quello climatico a quelli epocali. Non è un’epoca in cambiamento, ma è un cambiamento d’epoca. Quello che a volte non siamo in grado di fare è riuscire a capire i segni che lo Spirito ci ha indicato per poter vivere con passione e non con rassegnazione questo momento”.
Parrocchia. Altro argomento su cui don Gianpaolo si è soffermato nel concreto è il ruolo della parrocchia riprendendo le parole di Papa nell’Evangelii Gadium. “Dobbiamo riconoscere che l’appello alla revisione e al rinnovamento delle parrocchie non ha ancora dato sufficienti frutti perché siano ancora più vicine alla gente e siano ambiti di comunione viva e di partecipazione, e si orientino completamente verso la missione”. “Non si tratta – ha proseguito don Maccagni – di riorganizzare un’azienda obsoleta perché sia al passo con i tempi né di ottimizzare le risorse perché il personale sta drasticamente diminuendo. Prima di tutto è necessario rinnovare il nostro essere discepoli. In un’epoca in cui stiamo perdendo forza, potere, sicurezze, ruolo sociale, come comunità cristiane siamo invitati a riscoprire l’essenziale. La parrocchia – ha messo in evidenza don Gianpaolo riprendendo le parole del Papa – è presenza ecclesiale nel territorio, ambito dell’ascolto della Parola, della crescita della vita cristiana”. La parrocchia, dunque, come dimora che sa accogliere, ascoltare le paure e le speranze della gente, che inventa per ogni persona nuovi praticabili itinerari per iniziare la vita di fede.
Fragilità. Breve ma intenso l’intervento, a conclusione della relazione di Maccagni, del Vescovo Armando il quale ha messo in evidenza l’importanza di mettersi in ascolto delle fragilità, di ogni tipo di fragilità.
Martiri. A conclusione della giornata, alcuni giovani del Centro Missionario Diocesano hanno dato voce alle parole di Mons. Oscar Romero, assassinato il 24 marzo 1980 mentre celebrava la Messa nella cappella dell’ospedale per malati terminali, dove viveva. Insieme a Romero sono stati ricordati, proprio in occasione della Giornata dei martiri missionari, i 40 martiri del 2018.