Quando siamo arrivati, domenica 13 gennaio, ci siamo ritrovati intorno al tavolo e ci è stato chiesto “che cosa vi aspettate da questa esperienza?”. Arrivavamo da percorsi di vita differenti e di conseguenza avevamo anche aspettative differenti, c’era chi aveva bisogno di trovare un po’ di tempo per sé, chi aveva bisogno di “staccare” dai ritmi frenetici della routine, chi aveva bisogno di riscoprire un rapporto con il Signore e chi non si aspettava nulla ma che era pronto ad accogliere qualsiasi cosa sarebbe successa. Sicuramente una cosa ci accomunava: la voglia di metterci in gioco.
Viaggio. Vita interiore, Silenzio e solitudine, discernimento sono state le parole che ci hanno accompagnato, stimolato e provocato in queste tre settimane, durante le quali abbiamo intrapreso, forse per la prima volta, un viaggio dentro di noi, alla scoperta della nostra unicità, dei nostri doni e dei nostri limiti.
Abbiamo imparato a condividere momenti di gioia e momenti di tristezza, momenti di festa e momenti di riflessione ma siamo stati invitati anche a trovare del tempo per noi perché “silenzio e solitudine sono i mezzi privilegiati alla vita interiore, che ti consentono di prendere confidenza con te stesso e di osare te stesso, anche a costo di arrivare a “cantare fuori dal coro”, a rompere le logiche omologanti che tutto appiattiscono.
Relazioni. Abbiamo riscoperto la bellezza delle relazioni, quelle autentiche in cui c’è disponibilità, sincerità, sana correzione fraterna ma soprattutto diversità che ci ha permesso di crescere cercando di imparare l’uno dall’altro e di mettere a servizio dell’altro i nostri doni.
A guidarci in questa esperienza abbiamo trovato persone speciali che si sono mostrate accoglienti, comprensive e pronte ad aiutarci in qualsiasi momento.
Giovani. Oltre ad intraprendere questo viaggio alla ricerca di noi stessi abbiamo intrapreso un viaggio alla ricerca di Dio, alla ricerca di un rapporto con Lui. Il brano di Vangelo che ci ha accompagnato in queste settimane è stato il brano di Giovanni (1, 35-42) in cui alla domanda “che cosa cercate?” segue la risposta “venite e vedrete”. Un invito che Gesù fece ai suoi discepoli ma che oggi fa a noi giovani e che in queste settimane abbiamo sentito più forte che mai, un invito a non essere dei giovani che si lasciano vivere ma dei giovani propositivi, aperti alla vita, gioiosi, ferventi nel servizio verso il prossimo, perché come ha detto papa Francesco alla giornata mondiale della gioventù di Panama pochi giorni fa “i giovani sono l’oggi di Dio”.
Questa esperienza è giunta al termine ma noi non siamo ancora giunti alla meta del viaggio interiore che abbiamo cominciato durante queste tre settimane, la strada è ancora lunga ma sicuramente ora abbiamo tutti gli strumenti nello zaino per riuscire ad arrivare a destinazione.