Io non farò mai il sindaco di Pesaro. Qualcuno mi dirà di non preoccuparmi perché è un’eventualità assolutamente improbabile ma, siccome non si sa mai, intanto metto le mani avanti. A questo punto spero vi siate abbastanza incuriositi da chiedermi il perché. Perché questa è una città di lamentosi ai quali non va mai bene nulla. Prendiamo ad esempio la torre panoramica sul mare: si può discutere a lungo se sia utile o meno, se è bella o è una cozza, se è uno spreco o un’opportunità, ma non è questo il problema. Qualsiasi cosa venga ideata dall’Amministrazione comunale c’è un cospicuo numero di persone che ne parlano in modo negativo, a prescindere. Vorrei ricordare che per l’Esposizione Universale di Parigi del 1889 fu costruita la Tour Eiffel che divenne poi il simbolo di Parigi e della Francia intera. Numerosi gli oppositori (fra questi Guy de Maupassant e Alexandre Dumas figlio) e venne costruito solo a patto di essere abbattuta al termine dell’Esposizione. Pesaro non è Parigi e la torre panoramica non è la Tour Eiffel, ma un momento di riflessione non ci farebbe male.
Oppure esaminiamo la proposta (era solo un’idea) di spostare il monumento alla Resistenza in un sito più dignitoso. Ci mancava che Ricci venisse accusato di lesa maestà alla Resistenza. Il fatto che fosse diventato un accampamento di zingari ed un mercato di droga all’aperto, che non fosse mai frequentato da persone normali vista la difficoltà ad accedervi, circondato com’è da strade troppo trafficate che non si prestano ad una passeggiato o ad un momento di riflessione, non ha fermato le critiche che sono proseguite feroci. Se fossi un dirigente dell’Anpi avrei chiesto, anzi preteso una miglior collocazione del monumento trovando disdicevole che permanesse in un luogo frequentato da strane persone. Potrei fare altri esempi, ma ci siamo capiti: inutile offrirmi la carica, io il sindaco di una città come questa non lo farò mai.