Una recente polemica tra la FCI (Federazione Ciclistica Italiana) ed il CSI sul rispetto della convenzione esistente tra i due enti ha riportato alla luce l’episodio accaduto nel luglio scorso nel bresciano in una gara della nostra associazione, quando nel telaio della bicicletta di un amatore 53enne venne scoperto un motorino elettrico, evidenziando così in modo inequivocabile quello che si andava dicendo da tempo, che cioè nel ciclismo era in atto questo nuovo genere di frode sportiva. Perché è risaputo che gli amatori copiano i professionisti e dunque le voci hanno trovato riscontro nei fatti. Gli attriti burocratici non ci riguardano, a noi invece interessa mettere in evidenza l’ennesimo tradimento attuato da questo sport nei confronti della passione della sua gente.
Il ciclismo è uno degli sport più popolari e più seguiti nel nostro paese, il Giro d’Italia richiama sempre al suo passaggio sulle strade folle di appassionati e la sfida con il Tour dei francesi è sempre viva: purtroppo, questa disciplina sportiva ha dovuto affrontare prima la piaga del doping, che l’ha resa poco credibile ed ha allontanato molti tifosi, ed ora c’è il rischio che questi nuovi trucchi elettronici facciano definitivamente crollare la fiducia nei suoi spesso amatissimi protagonisti. Scoperto l’inganno, il CSI l’ha subito notificato e l’auspicio è che questo bellissimo sport possa tornare ad essere amato da tutti.