Carissimi studenti,
dunque, si ricomincia!
Sappiamo che riprendere il cammino quotidiano, dopo la pausa estiva, comporta fatica e in alcuni di voi, forse, anche qualche preoccupazione. Eppure siamo certi che, nonostante la fatica, le preoccupazioni, i problemi, le cose che non vanno, la scuola si può amare!Si può amare, innanzi tutto, perché è un luogo di incontro: e noi abbiamo bisogno di incontrare persone diverse per età, cultura, capacità, per imparare a conoscerci, volerci bene, camminare insieme. Non si cresce da soli e la scuola è la prima società che integra la famiglia, nucleo originario di relazioni. “Per educare un figlio – dice un proverbio africano citato spesso da Papa Francesco – ci vuole un villaggio!”: ci vogliono le famiglie, gli insegnanti, i dirigenti scolastici, gli addetti al settore scolastico. Tante persone. Ci auguriamo che tutti si impegnino a collaborare tra loro e a stringere, come si dice oggi, “un’alleanza educativa”. Ma la scuola si può amare anche perché insegna a comprendere la realtà, ad aprirsi ad essa nella ricchezza dei suoi aspetti e delle sue dimensioni. Ecco perché ci sono tante discipline. Perché lo sviluppo della persona è frutto di diversi elementi che agiscono insieme e stimolano l’intelligenza, la coscienza, l’affettività, il corpo. Questa apertura vi rimarrà per tutta la vita!
Ai vostri docenti, che svolgono un lavoro bellissimo e carico di responsabilità, desideriamo dire che in una società in cui si fatica a trovare punti di riferimento, è necessario che i giovani trovino nella scuola un riferimento positivo. Ed essa lo può diventare se gli insegnanti sono capaci di dare un senso allo studio, alla cultura e se non riducono tutto alla sola trasmissione di conoscenze tecniche, ma accompagnano, con speranza, i giovani nella ricerca e nella valutazione di ciò che è “vero, bello, buono”. In una cultura della distruzione, della dissipazione e degli interessi egoistici, la scuola ha il dovere di andare sulla strada della costruzione, individuando il bene che c’è nella realtà, perché ce n’è tanto, anche se spesso non si vede. Ricordando, come sempre fa il Papa, che per un educatore “rassegnazione è parola proibita”. Augurando a tutti un anno scolastico ricco di incontri e di scoperte, vi benediciamo e vi salutiamo con grande affetto e con rinnovata stima.
I Vescovi della Metropolia + Piero Coccia Arcivescovo di Pesaro + Giovanni Tani Arcivescovo di Urbino + Armando Trasarti Vescovo di Fano