Amo questo giorno: ha il sapore di una felicità per un verso amara e ‘incompiuta’, che sa di dover attendere; come pure una felicità robusta e piena nel suo orizzonte che non si esaurisce in uno sguardo né si lascia chiudere in un abbraccio. La amo ancora di più in questo mio oggi geograficamente non vicino ai ‘paesi dell’anima e dell’incipit della mia esistenza’, dove era celebrata con solennità non solo nella Chiesa parrocchiale ma anche in quella del cimitero. Così profondo il mistero che ci lega all’Assunta che basterebbe lasciarci ‘trasfigurare’ da questa beatitudine vertiginosamente trafitta di speranza. In questa Solennità ‘magnifichiamo’ Lei, mistica Selene costantemente attorno al suo Elio, pur non disdegnando altre orbite. Si parla, infatti, di sole e di luna e di stelle. Ma non possiamo partire da qui, l’inizio è altrove. Sta nella riflessione di Paolo, nelle sue frasi apodittiche: “Fratelli, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti … Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita. Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo. Poi sarà la fine, …”.
Questo lo snodo storico e teologico, senza il quale nulla potrebbe sussistere. E quando si dice ‘nulla’, s’intende proprio il niente, il vuoto, l’assenza, l’abisso, il non-essere/esserci. La Vergine Madre si è ‘relazionata’ all’Altro, cioè al Risorto suo Figlio, tanto da condividerne già pienamente la medesima gloria: Lei è l’Assunta, non conobbe ‘l’ultimo nemico’, la morte, ma mise da subito il Tempo (la Luna) sotto i suoi piedi e immediatamente si trovò vivente nel Corpo e nell’Anima dentro il suo Sole, il Nato dal vergine grembo. In pari modo ‘si relazionò’ agli altri tanto che “In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta”: una parente avanzata negli anni, pure lei incinta e bisognosa di aiuto. Non fanno meraviglia quei ‘sussulti’ del nascituro di Elisabetta, sarà Giovanni il battezzatore, l’amico dello Sposo. Come quei termini ‘benedetta e beata’ giacché la famosa pagina delle Beatitudini di Matteo qui davvero si compie in maniera piena.
Oggi è il giorno dei ‘grandi rovesciamenti’, e noi non ne siamo estranei. Non ne è estraneo l’uomo, ogni uomo, che si dica cristiano o no: almeno la speranza oggi gli fiorisce sul volto e tutto lo pervade. Madre del Risorto Tu sei “ … primizia e immagine della Chiesa, hai rivelato il compimento del mistero di salvezza e hai fatto risplendere per il tuo popolo, pellegrino sulla terra, un segno di consolazione e di sicura speranza”. Alle nostre Cattedrali, alle Chiese e santuari a Lei dedicati, intendo dire le costruzioni di pietre vive, la gioia di lasciarci tutti generare dalla Madre del “Signore della vita”.
Marcello Balducci