Questo documento è un appello rivolto a tutti coloro che accetteranno l’invito di Papa Francesco ad entrare in politica per servire la comunità, ma in particolare ai cattolici impegnati nel partito che ha la maggiore responsabilità di governo nelle Marche. Nasce da una convinzione, comunemente sentita da parte di cattolici impegnati in politica o nell’associazionismo: oggi è necessario operare concretamente per ricostruire una prospettiva politica in cui siano rispettati i valori di libertà, democrazia e solidarietà, ma non è possibile farlo se non si introducono elementi di reale novità, nei contenuti e nel metodo. Viviamo un tempo di emergenze: la disoccupazione (soprattutto quella giovanile), la perdita di una quarto delle nostre produzioni manifatturiere, la tecnologia che sostituisce l’opera dell’uomo, la denatalità e la perdita di ruolo della famiglia, l’imponenza degli attuali flussi migratori e l’emergenza educativa sono elementi di preoccupazione profonda per la nostra gente e per tutto il Paese. Nelle Marche si aggiungono le conseguenze del terremoto: la ricostruzione di più di un terzo della regione sarà il banco di prova della credibilità delle nostre istituzioni locali e nazionali. Ma questo scenario è dominato dalla crisi della politica che attraversa anche la nostra comunità. Essa è l’emergenza delle emergenze. Al di là delle appartenenze è urgente una svolta: in particolare nelle politiche per il lavoro e per la famiglia, ma più in generale nel modo di fare politica.
La politica è percepita negativamente e non è più nel cuore delle persone. Per invertire questa realtà è indispensabile che i responsabili della comunità recuperino credibilità attraverso una forte testimonianza di servizio e la competenza indispensabile per le scelte. Sono i requisiti necessari per combattere la piaga della corruzione oggi profondamente radicata e diffusa. Nella nostra regione i fenomeni di malaffare nella cosa pubblica sono stati contenuti e ciò va a merito della nostra tradizione politica, ma il logoramento dei partiti e l’eclissi della partecipazione hanno già minato i criteri di scelta della nuova classe politica. La distanza dei giovani dai partiti e il disimpegno dalla politica di tanti uomini e donne capaci non consentono una buona selezione della classe dirigente. Occorre aprire le porte a coloro che possono portare una nuova cultura politica. La crisi di fiducia nel sistema politico può essere recuperata solo favorendo l’entrata di nuove forze, soprattutto giovanili, e lavorando per la formazione di cittadini attivi. Credere nel dialogo, considerare la politica quale espressione di amore per il prossimo, combattere l’individualismo antisolidale, spendersi per coloro che hanno più bisogno e sono in difficoltà sono patrimonio antico che ha bisogno di rinascere. I cattolici impegnati in politica o nell’associazionismo e nel volontariato escano allo scoperto, offrano motivi di speranza operando per nuove prospettive politiche e lavorino così per la rinascita del nostro Paese.