CON IL MALTEMPO DEI GIORNI SCORSI È GIÀ EMERGENZA SENZATETTO
In quattro dormono nel portico della chiesa
PESARO – Cartoni a terra, sacco a pelo, qualche coperta e un piccolo fornello. Così quattro senzatetto, insieme a due fedeli cani di media taglia, hanno trovato alloggio sotto il porticato della chiesa di Cristo Re, in viale della Vittoria.
Dall’inizio di ottobre, grazie al buon cuore del parroco don Giovanni Paolini, hanno almeno un po’ di riparo da queste notti umide e piovose. «Ci hanno mandato via dalle sale d’attesa dell’ospedale, dalla stazione e da ogni angolo della città. In questi posti se stai sveglio non ti dicono niente ma appena ti addormenti ti scacciano via». A parlare è Francesco, il portavoce dei quattro, tra cui tre italiani e un polacco. «Mi chiamo come il Papa – sorride per un attimo ma poi lo sguardo si fa cupo. «Sono di Napoli – ci racconta – e qualche giorno fa ho compiuto 50 anni ma sono divorziato e ho perso tutto anche la famiglia che oggi vive tra Misano e Fano».
Francesco però a dormire per strada proprio non ci sta. «Se continua così preferisco un cappio al collo». Occhi azzurri come il cielo e la pelle del viso rossa «perché – spiega – ho la pressione alta e questa mattina mi sono svegliato completamente bagnato tanto che alla Caritas mi hanno dato vestiti asciutti e le medicine per l’ipertensione. Lì mi sono anche potuto lavare e radere». Si avverte forte l’odore dell’alcol, serve per superare la rigidità della notte e per “annebbiare” i pensieri. «Anche questa notte dormirò davanti alla chiesa – dice – da qui non mi muovo finchè non si aprono le porte di qualche casa d’accoglienza. Non ho alternative».
Il guaio è che bisognerà attendere almeno fino al 15 novembre per bussare alla porta di “Casa Speranza” a Fosso Sejore. E non è detto che trovi qualcuno ad aprire, visto che ad oggi l’Ambito sociale n. 1 di Pesaro non ha ancora convocato le associazioni di volontariato e della cooperazione che si occupano della struttura capace di ospitare fino a 18 persone.
Nel frattempo le uniche porte aperte in città per la prima accoglienza sono quelle di “Casa Mariolina”, che offre cena e pernottamento a 7 persone alla volta, donne escluse. «Ho bussato anche lì – prosegue Francesco – ma non avevano posto e allora mi sono messo in fila. Mi hanno detto che mi avrebbero chiamato al cellulare ma ora non ho più neanche quello perché l’ho venduto per mangiare. Ci ho fatto 35 euro e così sono ripassato di persona ma quel posto che si era liberato è stato subito occupato da un altro».
E in effetti a “Casa Mariolina” in questi giorni c’è una richiesta enorme. Ce lo confermano i volontari della struttura di via dell’Acquedotto. Aumentano i nuovi senza fissa dimora e molti sono marchigiani. Visto che per legge un senzatetto non può fermarsi per più di 10 giorni nella stessa città, a “Casa Mariolina” hanno deciso di lavorare in rete con altre strutture gemelle come “Casa Betania” di Fano e “La Tenda di Abramo” a Falconara.
Intanto un’altra alba sorge e don Giovanni Paolini la inizia sincerandosi delle condizioni di quei fratelli bisognosi. Compra per loro qualche genere di prima necessità e gli mette in tasca due o tre Euro per la giornata. Poi una parola di conforto e i quattro ripiegano cartoni e coperte, le ripongono sotto le fioriere del sagrato e si incamminano verso il centro, nei luoghi ormai a loro familiari. Via Rossini per qualche spicciolo dei pesaresi, Via Passeri al Centro d’ascolto della Caritas e via del Teatro per il pranzo alla mensa diocesana. La domenica c’è un po’ di generosità in più all’uscita dalla Messa.
Roberto Mazzoli