Otto marzo – Festa della donna e si deve ancora parlare di femminicidio e delitti di genere, anzi sembra che negli ultimi tempi i “fattacci” siano aumentati o forse (speriamo) è maggiore l’attenzione che vi si pone. Ma fino a quando dovremo ancora occuparci di delitti contro le donne?
“Extra omnes”: fuori tutti. Il processo a Luca Varani, accusato di essere il mandante dell’aggressione con l’acido a Lucia Annibali, è iniziato la settimana scorsa a porte chiuse. Così prevede il rito abbreviato scelto dall’imputato. La stampa locale si è lamentata perché l’aula giudiziaria avrebbe dovuto essere aperta a tutti. Viene tirato in ballo il diritto di cronaca e l’aspetto educativo che dovrebbe servire per dare una lezione in particolare alle nuove generazioni.
Ci troviamo perfettamente d’accordo ma solo in linea teorica. Infatti all’atto pratico sappiamo bene quanto la spettacolarizzazione dei processi penali sia rischiosa. Se la cronaca giudiziaria è un impegno civile da parte dei giornalisti, non va tuttavia dimenticato che deve esistere un limite, e cioè l’interesse pubblico. I giornalisti conoscono bene come la morbosità della gente faccia aumentare le vendite e troppo spesso insistono sull’emozione del momento.
Purtroppo in situazioni analoghe a quella di Pesaro abbiamo visto la gente in fila e con tanto di biglietto numerato per assistere alla “prima” dello spettacolo: Cogne, Avetrana, Erba … Per un posto in prima fila allo show si sono verificati addirittura casi di compravendita degli “accrediti”.A nostro giudizio tuttavia un conto è un processo pubblico, che nonostante il rito abbreviato rimane garantito nel caso Varani, altra cosa è invece un processo con il pubblico.