Giunge in redazione una strana e mail: padre Renzo Piazza, comboniano, ci scrive da Cipro chiedendo aiuto perché, dopo il furto della sua borsa, non ha denaro per acquistare il biglietto di ritorno. La tentazione di aiutare un amico è forte, ma una telefonata di controllo ci fa sapere che è lontanissimo da Cipro, anzi non c’è mai stato. Pensiamo ad un errore e lasciamo correre. Alcuni giorni dopo ci scrive una e mail don Giuseppe Fabbrini prospettandoci la stessa situazione, anzi con le stesse identiche parole in fotocopia. Non serve nemmeno controllare; la truffa è evidente. Intervistiamo il sovrintendente Mirco Bragina, della polizia postale, che ci illustra il tipo di raggiro ed i meccanismi usati. I furfanti – racconta Bragina – hanno violato il sito di posta elettronica di numerosi utenti, anche di provider diversi, si sono appropriati degli indirizzi contenuti nella rubrica ed hanno inviato una mail con la richiesta di soccorso a tutti gli amici ed i conoscenti del malcapitato (nel nostro caso due sacerdoti). Se anche solo l’1% rispondesse con l’invio di denaro il guadagno è rilevante. Quando il sito viene violato occorre fare una denuncia alla Polizia postale, cambiare la password della propria casella ed anche la domanda segreta per chiedere l’eventuale rinnovo della password. Nel frattempo i truffatori hanno cancellato l’intera rubrica del malcapitato per evitare che, scrivendo una mail, questi riesca ad avvertire tutti della trappola. Dopo il danno agli amici c’è anche la beffa di dover riscrivere nuovamente tutta la rubrica. La richiesta di denaro nel frattempo può essere esaudita attraverso la Western Union transfer, il che rende i truffatori invisibili molto meglio che un trasferimento bancario. E’ un tranello relativamente diffuso in tutti i paesi e rende le indagini difficile e brigose. La Polizia mette continuamente in guardia i cittadini ma comunque un pizzico di cautela è indispensabile.
A.C.
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