MESSAGGIO NATALIZIO DEI VESCOVI DELLA METROPOLIA
NATALE 2012
UNA LUCE DI SPERANZA NEL BUIO DELLA CRISI
“Il popolo che camminava nelle tenebre, ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse. Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia” (Is 8, 23-24) Sono queste parole del profeta Isaia ad incoraggiarci e a infonderci speranza in una situazione di crisi che ci sta coinvolgendo e chiedendo un supplemento di sacrifici e di impegno.
La crisi che stiamo vivendo ci si presenta con diversi volti. Crisi economica con conseguenze negative a livello di crescita, di investimenti, di occupazione, ecc. Crisi sociale con l’aumento di sacche di povertà, di forme di razzismo violento ed inaudito non degne di un paese civile. Crisi della politica con una evidente difficoltà nel cogliere le istanze e le risorse vive della società e nel tradurle in un progetto di sintesi orientato al futuro.
Ma una lettura della crisi limitata solo a questi livelli, non è sufficiente per farci individuare la vera e profonda natura di essa. Ad essere onesti e volgendo il nostro sguardo oltre la superficie, dobbiamo riconoscere che la vera radice della crisi attuale risiede nella identificazione dell’”umano”. La crisi dei nostri giorni è e rimane crisi antropologica. E’ un dato di fatto che la cultura attuale, in continua e caotica trasformazione, ha rimesso in discussione l’identità della persona con le inevitabili conseguenze. Abbiamo perso quella grammatica comune che ci fa identificare il nostro io. Non sappiamo più “chi siamo”, perché non sappiamo più “da chi veniamo” e “verso chi andiamo”. In questo orizzonte appare chiaro il forte disorientamento che non ci consente neanche di sapere “che cosa vogliamo”.
Ma questa lettura della crisi in chiave antropologica cosa c’entra con il Natale?
La celebrazione del Natale ci offre il criterio, non solo interpretativo ma anche risolutivo, della crisi colta nel suo dato più profondo: l’identità dell’umano.
“Il Verbo di Dio pose la sua abitazione tra gli uomini e si fece Figlio dell’uomo, per abituare l’uomo a comprendere Dio e per abituare Dio a mettere la sua dimora nell’uomo secondo la volontà del Padre”(Sant’Ireneo).
La nascita del Cristo “Figlio di Dio” e “Figlio dell’Uomo” sta a ricordarci la bipolarità della nostra persona che è costituita contemporaneamente dalla dimensione umana e divina, temporale ed eterna, materiale e spirituale in un rapporto continuo di tensione reciproca. Nel Verbo che si fa carne, riscopriamo la nostra identità.
Del resto nel cuore dell’uomo di ogni tempo e di ogni cultura esiste e persiste l’esigenza insopprimibile di cogliere la propria e completa identità e di trovare quella luce che dia senso alla vita per risolvere la decisiva “questione dell’esistere” in tutte le sue implicanze. Nel tempo del disorientamento profondo poi, la ricerca tesa a trovare la luce vitale, si fa ancora più pressante.
Il Natale ci dona questa luce.
In un saggio recentemente pubblicato in cui si analizza l’attuale situazione italiana, ci si è chiesti: cosa può tenere accese le stelle per continuare a credere nel futuro?
Rispondo con le parole di Benedetto XVI.
“E’ la Parola di Dio che si fa carne la vera stella, che, nell’incertezza dei discorsi umani, ci offre l’immenso splendore della verità divina. Lasciamoci guidare dalla stella, che è la Parola di Dio, seguiamola nella nostra vita, così la nostra strada sarà sempre illuminata da una luce che nessun altro segno può darci. E potremo anche noi diventare stelle per gli altri, riflesso di quella luce che Cristo ha fatto risplendere su di noi (Benedetto XVI, Epifania 2011).
Auguriamo a tutti di poter attingere a questa luce del Mistero del Cristo che illumina il mistero dell’uomo, per reagire, nonostante tutto, ad ogni forma di pessimismo ed aprirsi alla speranza.
I Vescovi della Metropolia:
S. E. Mons. Piero Coccia
Arcivescovo Metropolita di Pesaro
S. E. Mons. Giovanni Tani
Arcivescovo di Urbino-Urbania-S-Angelo in Vado
S. E. Mons. Armando Trasarti
Vescovo di Fano-Pergola-Fossombrone