
PESARO – «Per colpa dell’alcolismo mi sono distrutto e ho perso le figlie. Ho vissuto per strada per un anno. Poi le strutture pesaresi di solidarietà, mi hanno ridato la vita». È la testimonianza pronunciata con grande emozione da Florindo, che dal 1° maggio 2012, è riuscito a ricostruirsi una esistenza normale, insieme ad altre 5 persone. che si stanno autogestendo, nell’appartamento affittato a Montelabbate dall’associazione onlus “I bambini di Simone”.
L’occasione per parlare delle emergenze sociali nel pesarese è arrivata grazie all’incontro dal titolo «Tu hai una storia… sapessi la mia! – Poveri e storie di casa nostra».
Il dibattito, svoltosi nella sala consiliare della Provincia, è stato promosso da Caritas Pesaro, Centro d’ascolto, Città della Gioia, Centro italiano Solidarietà, I bambini di Simone onlus e Assessorato Servizi Sociali del Comune di Pesaro.
Nella sala gremita di persone, tante testimonianze legate al mondo del volontariato e della solidarietà che, nonostante la crisi economica e l’indifferenza che spesso domina, sopravvivono con sforzi quotidiani.
«L’esperienza di vivere in strada – ha proseguito Florindo – è la paura di morire tutti i giorni. Ma grazie alla Città della Gioia, che mi ha soccorso, mentre dormivo per strada, ho ritrovato i valori dell’amicizia e soprattutto ho ritrovato Dio. Poi con l’aiuto del Ceis e di Casa della Speranza, sono rientrato nel progetto di emergenza freddo. Ed ora eccomi qui, in una casa in cui posso svolgere una vita normale. Ma il mio pensiero va alle decine di senza fissa dimora che ancora vivono un’esistenza disperata. Un insegnamento tuttavia l’ho avuto anche dalla strada: fra poveri ci si aiuta».
Il 15 novembre riapre Casa della Speranza
E Casa della Speranza di Fosso Sejore presto riaprirà per la stagione invernale. Lo hanno confermato congiuntamente l’assessore ai servizi sociali di Pesaro Giuseppina Catalano e don Marco di Giorgio direttore della Caritas diocesana. «Il 15 novembre – ha detto don Marco – Casa della Speranza ospiterà 18 persone senza dimora. E’ un’esperienza che oltre a dare un tetto e un pasto caldo ai poveri, permetterà di sviluppare relazioni interpersonali, per eventuali inserimenti di queste persone».
Ma cosa può fare il Comune per l’emergenza poveri? La risposta dell’assessore Giuseppina Catalano è significativa: «tutto, ma in sinergia in primis con la Caritas e le altre associazioni».
E tra queste spiccano La Città della Gioia che «con Casa Mariolina – ha sottolineato Claudia Vanzolini coordinatrice dell’associazione di volontariato – si occupa dell’accoglienza dei senza fissa dimora, dove i cittadini comunitari possono trovare una cena, pernottamento e colazione per 10 giorni ogni 4 mesi». I numeri della struttura sono eloquenti: 7 posti letto con richieste sono continue che nel 2011 hanno significato alloggio per 181 ospiti con una fascia di utenti che è del 33% tra i 40 e 50 anni e 25% tra i 30 e 40 anni. In maggioranza sono italiani, ma vi è anche un considerevole numero di rumeni.
I numeri del disagio
Ma cos’è concretamente Casa Mariolina? «Dopo molti anni che ho vissuto per strada – dice un ospite – passando da un centro d’accoglienza ad un altro, ho conosciuto Casa Mariolina, un ambiente famigliare, ed ho ritrovato lo stimolo a cambiare ed amare la vita. Nonostante gli errori e le scelte sbagliate ho cercato di mantenere la mia dignità, anche nel chiedere l’elemosina».
L’esperienza del servizio Immigrati del Ce.I.S. di via del Seminario è stata presentata da Claudia Moschini. Il Ce.I.S. ha aperto 21 anni fa, un anno prima del centro di prima accoglienza per extracomunitari in strada delle Marche. I dati del 2011 sono significativi: 342 nuovi utenti più i 389 già conosciuti; 2490 colloqui con persone che spesso hanno bisogno di tutte le assistenze. Attualmente sono in fase di realizzazione due progetti in rete per le povertà estreme fra Pesaro e Fano e un progetto nazionale per il rimpatrio volontario assistito.
Paola Ricciotti responsabile dell’associazione I bambini di Simone, ha presentato l’attività e i progetti dell’onlus. «La nostra associazione – ha detto – aiuta persone in stato di indigenza o svantaggiate. Diamo assistenza in collaborazione con il Centro d’ascolto e siamo in continuo contatto con il risposabile Matteo Donati. Abbiamo 32 volontari e stiamo assistendo 26 persone, 5 nella casa di Montelabbate e 54 famiglie in Colombia».