URBINO – “Nessun passo indietro, nessuna minaccia di trasferimenti e nessun rifiuto a proposte irrifiutabili”. È deciso e sincero Fra Albino Tanucci, guardiano dei Frati Minori Conventuali di San Francesco: “Non è stato fatto nessun passo indietro perché non c’è stata prima alcuna decisione o accordo.”
È bene partire però dall’inizio della storia, quando (era metà settembre) sul quotidiano provinciale appare uno speranzoso articolo che portava luce su un archivio antico e prezioso di proprietà del convento urbinate bisognoso di fondi per la catalogazione e l’inventario fino ad ora mai effettuati.
Erano i giorni della decisione da parte dell’università di finanziare dei progetti con ricaduta sul territorio e la proposta di alcuni archivisti d’intesa con i Frati era di catalogazione, collocamento in una stanza idonea e successiva fruibilità da parte del pubblico di un prezioso tassello di storia urbinate e non solo. La proposta non vince e i soldi non arrivano. Più o meno nel frattempo, in seguito alla notizia dell’archivio bisognoso d’aiuto (anche se, è bene precisarlo, i frati in realtà non l’hanno mai chiesto) arriva una proposta congiunta dell’assessore provinciale e della preside del Liceo Artistico che viene fatta passare come controproposta a una precedente idea degli stessi Frati.
“L’idea originaria da noi formulata –ci spiega con chiarezza Fra Albino- era quella di gestire, affittare o anche comprare una piccola stanza che attualmente fa parte della proprietà comunale gestita dalla provincia e utilizzata dal Liceo ma che è un quadrato incastonato per tre lati nel nostro convento e che addirittura, essendo tutto lo stabile fino al 1700 un bene dell’Ordine, conserva ancora una porta di accesso che dalla nostra parte non è stata nemmeno murata. Insomma noi proponevamo di utilizzare quella stanza che alla scuola non serviva per collocarci questo fondo antico, ora posto in otto armadi nel corridoio adiacente, che necessita di condizioni climatiche a sé. Purtroppo la nevicata del febbraio scorso ha reso inagibili altre sale del Liceo e ora quella stanza non è più disponibile, quindi abbiamo accantonato la proposta. Tutto qui.”
Il discorso sarebbe concluso, se non fosse che arriva appunto la già accennata controproposta dell’assessore Davide Rossi, che consisterebbe nel trasferire l’archivio dei Frati in alcuni scaffali della biblioteca dell’istituto adiacente, rendendo in pratica il trasloco una donazione bella e buona.
“Non ha senso per vari motivi –continua il padre guardiano- innanzitutto perché il nostro archivio è privato e potrà rimanerlo solo finché sarà alloggiato tra le nostre mura nelle quali e per le quali è stato concepito; la libera fruizione sarebbe seguita solo nel caso dei finanziamenti pubblici.” In secondo luogo perché eventualmente per consultare un documento i Frati dovrebbero uscire, percorrere piazza delle Erbe, via Raffaello, via Bramante, piazzetta delle poste, suonare, chiedere permesso e il tutto solo negli orari scolastici. Infine perché la situazione climatica della biblioteca scolastica non è certo migliore del corridoio del convento, visto anche che i libri di cui si parla sono antichi e necessiterebbero di appositi scaffali e non di un po’ di spazio tra un dizionario e un manuale di disegno.
Conclude Fra Albino: “Insomma noi non abbiamo chiesto niente, eccetto i finanziamenti che non abbiamo ottenuto, e non si dica che rifiutiamo proposte che non andrebbero nemmeno formulate. Degrado per degrado, finché starà qui l’archivio non marcirà di certo. E poi noi crediamo sempre nella Provvidenza e chissà se prima o poi si aprirà una strada inaspettata…” È speranzoso padre Albino, ma anche convinto che il fuoco di paglia che si è scatenato non ha fatto braci e, anzi, potrebbe riservare positive evoluzioni.
Giovanni Volponi