L’Arcivescovo mons. Salvucci ha presieduto la celebrazione del rito Eucaristico nella Basilica Cattedrale con i sacerdoti dell’ Unità Pastorale di Urbino cui è seguita la processione per le vie della città.
La celebrazione del Corpus Domini nella cattedrale di Urbino è un rito che si ripete da secoli. Il neo Arcivescovo mons. Sandro Salvucci spiega subito nell’omelia perché si ripete, perché è necessario riflettere su questo insegnamento evangelico, non facile da assimilare. Lo si assimila a piccole dosi, con il sostegno della fede, della preghiera e della memoria. In maniera territorialmente diversa perché tutte le culture cambiano e si evolvono.
Le Confraternite. Nella nostra Arcidiocesi la memoria del Corpus Domini è conservata e trasmessa dall’omonima Confraternita. Le sue origini sono medievali. Come tutte le consorelle, all’inizio hanno scopi assistenziali e di beneficenza, connesse alla preghiera, alla penitenza, alle questue da fortificare intorno ai loro altari che diventano, nel Rinascimento, le loro chiese, abbinate a un Santo a un rito, come quello del Corpus Domini o della Buona Morte. Il salto di qualità avviene sull’esempio del Duca Federico. Nella sua iconografia ha sempre anteposto il libro alla spada, ossia l’arte, la sapienza, il credo. Aveva assimilato dalla Chiesa e dalla Religiosità popolare, i grandi insegnamenti evangelici che mise in pratica con il suo Palazzo, concepito come strumento di pace, non di guerra. Un modello o un esempio che si riflette nelle Istituzioni laiche e religiose del territorio. Confraternite incluse che iniziano a investire in Cultura, concepita come educazione alla fede, come istruzione, in un tempo in cui l’analfabetismo era la regola. E il popolo si istruiva soprattutto con gli organi della vista e dell’udito: rappresentazioni artistiche e musica. Così la Confraternita di San Giovanni affresca le pareti della Chiesa con una pittura di importazione, il gotico: genialmente interpretato dai fratelli Salimbeni, tanto da essere definito gotico cortese o fiorito. San Giuseppe commissiona a Federico Brandani un presepe articolato a grandezza d’uomo. La Buona Morte conserva un quadro con cornice originale del Barocci. Per la Confraternita del Corpus Domini mi limito a citare la Profanazione dell’Ostia di Paolo Uccello e lo Stendardo processionale di Tiziano Vecellio, vanti della città, di proprietà della Compagnia, ma esposti al Palazzo Ducale in virtù della complessa normativa museale attuale e per il numero dei visitatori che quella grandiosa struttura attira, senza un minimo cenno sulla formale proprietà delle opere.
La processione. Abbinate alla cultura e sempre collegate all’istruzione visiva per il popolo di Dio, ci sono le Processioni per le vie della città. Molto partecipate dal popolo e dalle Istituzioni, tanto che la sequenza del corteo processionale era fissato negli Statuti del Comune e, al tempo di Federico, dettate direttamente dai Duchi. Il corteo processionale guidato spiritualmente dall’Arcivescovo Salvucci, uscito dal Duomo, con l’Ostia Consacrata, protetta dal Fusciacco sostenuto da confratelli, preceduto dal popolo e dalla Banda musicale della Cappella del Santissimo Sacramento, dopo una sosta nella centrale piazza di Urbino per la benedizione alla città, è rientrata nella Chiesa del Corpus Domini di San Francesco di Paola, eretta nel XVII secolo, per un adempimento votivo, assimilato a piccole dosi, da tutto il popolo del territorio, accompagnato da Inni e Canti, una memoria della nostra infanzia.