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      Fano

      La malattia, tempo che interpella

      REDAZIONE FANODi REDAZIONE FANONessun commento3 minuti di lettura
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      Si è soffermato sui temi dell’assistenza e del dolore il Vescovo Armando, venerdì 9 giugno nel convento dei Cappuccini di Fossombrone, nell’omelia della Santa Messa con il personale e i familiari dei pazienti dell’hospice di Fossombrone in occasione della Giornata del Ricordo.

      Dignità della persona. “La malattia – ha sottolineato il Vescovo Armando – è un tempo della vita che interpella, pone domande, e va vissuto attivamente. La fede cristiana e la riflessione teologica orientano al riconoscimento della malattia come un tempo di prova, non solo nel fisico ma soprattutto nella dimensione spirituale. Quando non è più possibile guarire, curare diventa la priorità, sollievo dalla sofferenza nel rispetto della dignità e libertà della persona. Le persone morenti meritano attenzione ai propri bisogni e un’assistenza mirata ad alleviare le sofferenze, garantendo loro una dignitosa qualità della vita residua e della morte, mettendo a disposizione e a protezione del soggetto fragile e del contesto affettivo che lo circonda, un elevatissimo livello di competenze”.

      Hospice. Si è soffermato poi sul valore dell’hospice. “L’Hospice è quell’unità di offerta, che accoglie i pazienti per i quali non sono più disponibili cure specifiche volte a guarire o a prolungare la sopravvivenza e che sono portatori di complessa sofferenza fino al “dolore totale”. In Hospice viene garantita un’assistenza specialistica 24 su 24, in un ambiente caldo ed accogliente in cui ogni ammalato può personalizzare la stanza con oggetti della sua vita, senza rinunciare ai presidi medici altamente tecnologici e godendo della riservatezza di un ambiente domestico, composto da uno spazio per poter far ‘soggiornare’ il proprio familiare, oltre alla costante presenza dei religiosi e religiose ed alla garbata presenza da parte dei volontari”.

      Familiari. Un pensiero particolare per i familiari. “In questo contesto diventa prioritario il rapporto che si instaura con le famiglie: una relazione di sostegno e di vicinanza, pur nel rispetto delle modalità differenti che possono essere manifestate nell’accettazione della sofferenza del proprio caro”.

      Dolore e fede. Il Vescovo si è soffermato, poi, sul dolore e la fede. “La fede non toglie il cancro né impedisce la morte, perché essa non è una polizza di assicurazione. Come pure la mancanza di fede né toglie il dolore né affretta la morte: l’una e l’altra prospettiva danno un significato diverso al fatto del soffrire e del morire. Dal momento che il Cristo ha abbracciato la croce e l’ha portata sino alla fine, attraversando il tunnel della morte, ciascuno di noi può affermare, con certezza di non essere più solo sotto il peso del suo dolore, qualunque ne sia la causa”.

      Ringraziamenti. Al termine della celebrazione eucaristica il direttore dell’hospice Carlo Alberto Brunori ha ringraziato il Vescovo Armando per la sua vicinanza e per aver sempre speso parole importanti sulla struttura che hanno portato anche all’aumento dei posti letto, aumento desiderato da molto tempo, il personale che, ogni giorno, con professionalità e dedizione, si prende cura dei pazienti, i familiari dei pazienti e le belle e profonde relazioni che, con il tempo, si sono create. Dalla dottoressa Rita D’Urso è stato consegnato al Vescovo un piccolo dono segno di stima e riconoscenza.

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