Un giorno arriva da Fermignano con il suo camioncino rosso e mi dice: scrivimi questo cartello: “Il prezzo lo fate voi, ma fallo a caratteri che si vedano bene!”. Alfredo si preparava, come ogni settimana, per il mercatino di Pesaro dove aveva il suo banco e dove faceva spesso incontri importanti. Il materiale esposto, tirato fuori dal camioncino, però era vario e spesso particolare perché gli oggetti provenivano da una scelta che egli faceva dai mercatoni di Milano o trovati per caso in giro, ed erano divisi e proposti a temi perché egli si era fatto un circolo di collezionisti e sapeva che alcuni avventori amavano e prediligevano oggetti o animali particolari, come quello che bramava avere galli di ogni genere per il suo ristorante, o quell’altro che prediligeva oggetti che parlassero di uva e di vino per la sua cantina. Ma quello che si divertiva a fare, al di là dei miseri guadagni, era osservare il comportamento degli avventori e dei passanti, di fronte alla proposta inaspettata e strana del prezzo indicato; tornato a casa mi raccontava.
Il numero 22 degli atti e studi rivista dell’Accademia di Raffaello di Urbino ci fa ripercorrere la storia del pittore vadese Taddeo Zuccari il quale, prima nella bottega del padre Ottaviano, da costui viene affidato all’età di 10/12 anni, al pittore fanese Morganti. Insoddisfatto, parte per Roma, iniziando la sua carriera prima come garzone di bottega di buoni pittori, trovandosi, come dice il Vasari, a macinare i colori, intanto però sbirciando sui fogli di disegni di Raffaello che circolavano in quel tempo. L’analisi di Valentina Battisti con ampia documentazione, delinea l’attività dello Zuccheri, ispirata al suo grande maestro urbinate. Davvero era stato incaricato dal duca Guidobaldo II , ad affrescare la nascita della Vergine nel Duomo di Urbino, di cui restano alcune tracce?