Ebbe certamente buon naso l’antiquario che acquistò, nell’Ottocento, la ceramica, che rappresenta un ulteriore esempio dell’importanza della bottega dei Fontana, i famosi ceramisti di Castel Durante che, data la loro bravura nel dipingere, nel ‘500, si trasferirono a Urbino. Lo afferma Giuseppe Cucco nel suo importante libro, prezioso per l’iconografia di Urbino: “Urbino dall’XI al XV secolo” (1994 Accademia Raffaello). Potrá vederlo chi avrå la fortuna di andare a Londra al Victoria et Albert Museum. Vi si può identificare la porta di Valbona sormontata da stemma con Leone rampante; nella cupola si può riconoscere l’antica cattedrale, sul torrione è visibile la scritta Urbino. Sulla base 4 cavalieri armati in corsa verso la porta di Valbona, forse rappresentavano una giostra. Riflettevo sull’importanza dei musei che conservano nel tempo.
Sono passati gli anni di quando per accedere alla cantoria dell’organo si entrava dal vicolo esterno e non dalla porta centrale della cattedrale, lo stesso passaggio per salire al campanile vecchio abbandonato per la nuova costruzione degli anni ‘50. Viveva la tradizionale schola cantorum composta da sacerdoti e per la maggioranza da vecchi cantori. La consolle dell’organo era la stessa dell’organo del veneziano Nacchini 1700, successivamente negli anni ‘60 del secolo scorso trasferita in basso nel presbiterio per opera del direttore della Cappella don Corrado Catani. La storia del canto in chiesa continua con le novità seguendo gli aggiornamenti liturgici, dal latino all’italiano, con maggiore partecipazione giovanile, novità di strumenti come la chitarra, alla nuova formazione sotto il titolo di Cantico Coro Nuovo fondato da don Piero Pellegrini.