Dialoghi sulla soglia – DI GIUSEPPINA CATALANO
L’ultimo tentativo per convincere una figlia più testarda che robusta a scegliere una strada meno impegnativa di medicina, fu quella di mandarla a Lourdes. Eccola dunque sul treno dei malati pellegrini, dentro la divisa immacolata dell’Unitalsi. Avanti e indietro per giorni a spingere carrozzine e barelle verso la grotta e le piscine. Fino all’ultimo giorno, quando trovò il coraggio e le parole per chiedere alla “madre generale” il permesso, ottenendolo, di partecipare al turno di assistenza notturna, cosa ferreamente preclusa ai volontari più giovani. E il giorno dopo, il viaggio di ritorno, amorevolmente ma inesorabilmente collocata sulla rete dei bagagli del treno, perché riposasse dopo la notte di veglia e di lavoro. Ore di viaggio in un dormiveglia stanco e sereno, nel quale si mescolavano le esperienze concrete e spirituali di quella settimana, in una fusione esplosiva di certezza della propria vocazione di medico, che non è mai venuta meno.